L’apocalisse oggi, è possibile?

Un mondo apocalittico… oggi?! Le possibilità vagliate dalla narrativa

 

Non tutti sanno che con “apocalissenon si intende necessariamentefine del mondo” ne “catastrofe planetaria”. Anche se è comune avere questa idea, ad esempio leggendo il famoso libro di Giovanni, interpretandolo come una sequela di simbolismi o allegorie che alludono in gran parte a profezie di castighi divini, associando così il termine “apocalittico” a un sinonimo di sconvolgimento mondiale, devastante per l’umanità!

 

In realtà con il termineapocalissesi allude a qualcosa che toglie il velo dellaRivelazione”. Cioè, una chiave di lettura che un giorno renderà più comprensibile la Storia della Salvezza narrata nelle Sacra Scritture, cioè la Bibbia.

 

E se non fosse solo un genere narrativo?

 

Apocalisse oggi, The Road

“The Road” è, visivamente parlando, un vero capolavoro. Si tratta di uno dei pochi film che davvero riescono a farci immaginare l’inferno di un mondo post-apocalittico, con scenari cupi e sempre crepuscolari. Con uomini che sembrano l’ombra di sè stessi, in continua fuga dai propri simili e tutti altrettanto rapaci nella disperata ricerca di sopravvivere

 

Tale fraintendimento ha portato, così, alla nascita di un genere narrativo ormai caro a tutti noi: l’apocalittico! ^_^ E la sua diretta conseguenza: il post-apocalittico. Normalmente considerato una sottocategoria del genere fantascienza, in realtà può benissimo dare luogo ad ambientazioni prettamente fantasy, come l’universo di Shannara di Terry Brooks, o anche terribilmente realistiche se intese come “futuro possibile”. Prendiamo ad esempio il bellissimo romanzo La strada e la sua trasposizione cinematografica The Road, dove Cormac McCarthy descrive uno scenario post-apocalittico terribilmente agghiacciante nel suo crudo realismo. Molto meno riuscito è invece Codice Genesi, dei fratelli Hughes, che tenta di scimmiottare malamente diversi film dello stesso genere.

Ma l’apocalisse oggi è possibile?

Proviamo a rispondere a questa domanda. Ci divertiremo a scandagliare le varie sottocategorie del genere apocalittico e post-apocalittico generate dalla letteratura, dai videogiochi, dai fumetti. E ancora di più dal cinema, cercando di capire quanto tali scenari siano plausibili per la nostra realtà.

 

Post-nucleare

 

Apocalisse oggi, Il pianeta delle scimmie

Il pianeta delle scimmie del 1968 è sicuramente un cult del genere post-apocalittico, con una scena finale che ha fatto storia del cinema… e non solo!

Brutto dirlo, ma si tratta di uno degli scenari più probabili

Dove il mondo è devastato da un olocausto atomico, provocato – nella maggior parte dei casi – da una terza guerra mondiale con l’uso di armi di distruzione di massa. Ma, come visto da un recente documentario sulla condizione attuale in cui si trova l’ambiente intorno a Černobyl, oggi sappiamo che in realtà la natura, animale e vegetale, riesce a sopravvivere alle radiazioni se ha più basse aspettative di vita. Invece l’uomo e le specie più longeve sarebbero in ogni caso destinate all’estinzione. Dunque, c’è chi in narrativa ha provato a immaginare uno scenario post-nucleare diverso, con una natura resistente alle radiazioni e un’umanità ancora a rischio d’estinzione, come visto in The 100, serie di romanzi scritti da Kass Morgan, divenuti anche un telefilm di successo piuttosto ben realizzato.

 

In realtà ben prima di The 100, nel lontano 1982, a immaginarsi una natura divenuta misteriosamente resistente alla radioattività, ma incompatibile con la specie umana, beh, fu il grande Hayao Miyazaki con il manga-film d’animazione Nausicaä della Valle del vento. Mentre nel fumetto italiano abbiamo Bredon di Claudio Chiaverotti, dove il mondo post-bellico torna ad una sorta di “Medioevo” un pò “orinico.

 

Post-nucleare desertico

 

Apocalisse oggi, post-nucleare

Celebre scena introduttiva di Mad Max: Fury Road, in uno sconfinato deserto senza vita… abitato da un’umanità eufemisticamente “barbarica”!

Altro scenario abbastanza probabile!

Diretta conseguenza di una guerra nucleare devastante, dove il mondo è diventato una sorta di Wasteland, con gran parte del pianeta ridotto a un deserto contaminato dalle radiazioni, reso inospitale da altri pericoli post-bellici. Quali? Eh, la lista è lunga: reattori che rilasciano abbondanti dosi di radioattività, virus mutageni, robot da guerra fuori controllo, IA impazzite e mostri frutto dell’ingegneria genetica. Ma, come sempre, è l’uomo a trasformatosi in un predone senza scrupoli… il pericolo più grande per ogni sopravvissuto! Uno degli scenari più ben scritti appartenenti a questo genere è quello della saga videoludica di Fallout, ma per quanto riguarda il cinema non possiamo non ricordare la serie di Mad Max del grande George Miller.

 

Tra i manga che riguardano questo genere troviamo molte opere interessanti, ma la più nota resta Ken il guerriero di Buronson e Tetsuo Hara, che aggiunge l’elemento delle arti marziali… in un modo che solo i giapponesi possono concepire!

 

Mondo sommerso

Scenario possibile

Perché il rischio che i ghiacciai si sciolgano come conseguenza di un olocausto nucleare rimane una disgraziata eventualità, ma non più così data per certa come ai tempi in cui furono scritti romanzi quali Conan ragazzo del futuro, divenuto famoso grazie alla serie animata di Miyazaki. Meno riuscito è invece il film Waterworld di Kevin Reynolds, mentre più interessante e realistico I predatori della città perduta (2008). In sostanza, essendo il mondo ricoperto in gran parte dagli oceani, l’umanità superstite abita piccole isole, strutture militari sotterranee e imbarcazioni di vario tipo. Ovviamente, dandosi guerra per ciò che resta delle risorse. Non trattandosi di un’ambientazione particolarmente suggestiva o agghiacciante, poche opere hanno affrontato questa triste possibilità per il nostro pianeta…

 

Catastrofe planetaria

 

Apocalisse oggi, Don’t Look Up

Don’t Look Up, che abbiamo recensito di gusto, è forse il migliore film catastrofico-apocalittico di sempre, anche per come affronta il rifiuto dell’umanità rispetto la possibilità di uno scenario apocalittico. Si tratta di un meccanismo difensivo della nostra mente, lo stesso che ci spinge a molti comportamenti assurdi messi in discussione da Adam McKay

Da un impatto con un corpo celeste fino a uno sconvolgimento sismico planetario, si tratta sempre di scenari plausibili.

Forse non tutti lo sanno, ma il nostro pianeta ha avuto molti cicli di morte e rinascita dell’intero ecostistema. E molti possono essere dovuti a cataclismi di portata planetaria capaci di cancellare una civiltà dalla faccia della terra. Pertanto la narrativa, soprattutto il cinema, ha prodotto diverse opere interessanti su questa nefasta possibilità, come Armageddon – Giudizio finale, Deep Impact, The Core e 2012, citando alcuni dei più significativi. Non includiamo i vari film a base di super terremoti, perché in quel caso lista sarebbe troppo lunga…

 

E nei fumetti?

 

Citiamo invece “Batman: Cataclisma (1998) e “Batman: Terra di nessuno (1999) per ricordare l’incredibile saga a fumetti dedicata a ciò che resta delle città di Gotham dopo un devastante terremoto. Entrambe serie consigliate nella nostra “Batman: guida alla lettura per i neofiti”, tanto per ricordare che anche nel mondo del fumetto il catastrofico non è mai mancato! Mentre per gli anime spicca il bellissimo Tokyo Magnitude 8.0, anche se il più apocalittico in tal senso resta Wild 7, con una trama abbastanza originale e per i manga X delle CLAMP.

 

Cambiamenti climatici… devastanti!

 

Lo Snowpiercer è un treno che non si ferma mai, in un viaggio continuo per impedire ai suoi passeggeri di morire per colpe delle basse temperature che hanno reso il pianta inabitabile

Almeno per una volta, possiamo dire che è improbabile!

Oggi sappiamo che nonostante rischiamo seri problemi dovuti a un possibile cambiamento climatico del nostro pianeta, questi non sarà mai capace di estinguere la vita sulla terra o di rendere il pianeta inabitabile come capitava nella serie flop di Terra Nova di Steven Spielberg, dove tutto era solo un pretesto per far fuggire i protagonisti in un passato popolato da dinosauri e alieni, oppure nel popolare Snowpiercer: una graphic novel, divenuta anche un film e un telefilm di successo in corso su Netflix. La trama? Beh, siamo in un futuro prossimo e il mondo è divenuto un immenso deserto di ghiaccio in seguito ad un tentativo fallito di porre rimedio al riscaldamento globale. Gli unici sopravvissuti si trovano a bordo dello Snowpiercer. Cioè, un rivoluzionario treno a moto perpetuo che riesce a tenere le temperature delle sue carrozze sufficientemente alte per la sopravvivenza delle ultime forme vita.

 

Originale… ma, per nostra fortuna, impossibile!

 

Non stiamo ad approfondire in dettaglio le ragioni che rendono questo scenario senzaltro suggestivo, ma assolutamente irrealistico e per nulla probabile. La Terra può subire cambiamenti climatici molto significativi, come del resto è successo spesso nella sua storia, ma nessuno di questi ha portato all’estinzione della vita o a temperature così basse da rendere impossibile anche la vita per i microrganismi. Ma qualora accadesse? Beh, una cosa è certa: un treno non ci salverebbe!

 

Ben più realistico fu L’alba del giorno dopo (2004), di Roland Emmerich, dove si cercò di mostrare l’inizio di un’era glaciale, scatenatasi in modo forse un pò troppo… repentino! XD Ma, anche qui, non si cerca uno scenario davvero realistico. È solo un espediente per realizzare un film adrenalinico!

 

Pandemia mortale

 

Il primo titolo della serie Tom Clancy’s The Division è un open world action RPG che mette il giocatore nei panni di un agente speciale della “Divisione” in una New York devastata da un virus mortale

Come sappiamo un pò tutti… è uno scenario tuttaltro che improbabile!

Non alludiamo al COVID-19, ma a virus capaci di decimare in pochi mesi l’intera popolazione mondiale. In tal senso, la fantascienza ha prodotto una quantità immensa di storie di questo genere. Da film come L’esercito delle 12 scimmie fino a Contagion, la lista è davvero lunga. Lo stesso per i telefilm, di cui uno degli ultimi è The Rain per Netflix: una serie danese che si basa su di una formula già usata dalla narrativa fantasy: qualcuno è letteralmente l’incarnazione del virus e della suo desiderio di sopravvivenza, ovviamente a discapito dell’umanità.

 

Anche in Italia abbiamo avuto il nostro film: Pandemia di Lucio Fiorentino, che purtroppo è ben lontano dall’essere un’opera riuscita.

 

Come non citare Tom Clancy, famoso scrittore e sceneggiatore di videogiochi, che immaginò più di uno scenario dove virus mortali conducono l’umanità in un contesto post-apocalittico. Anzi, si può dire che per certi versi i suoi scritti siano stati quasi profetici rispetto a quello che accadde per davvero nel 2019.

 

La nuova trilogia del pianeta delle scimmie

 

Altrettanto interessante è l’ultima trilogia de Il pianeta delle scimmie, cominciata con L’alba del pianeta delle scimmie, dove questa volta la genesi del popolo delle scimmie è dovuta a un virus umano in grado di potenziare i recettori neuronali delle scimmie, ma di uccidere gran parte dell’umanità. Anzi, nel terzo film scopriremo che il mutismo degli umani, quello del film del ’68, è proprio dovuto a questo misterioso virus! Personalmente lo considero uno dei migliori post-apocalittici di sempre.

 

Apocalisse zombie

 

Apocalisse oggi, Zombieland

Una scena ripresa dall’esilarante Zombieland: parodia del genere apocalisse zombie che ha forse riscosso più successo di quanto si aspettassero gli stessi autori

Un genere di apocalisse molto improbabile, ma non del tutto impossibile!

Gli zombie, siano essi quelli lenti e del tutto non morti di George A. Romero, o quelli super veloci di 28 giorni dopo, si tratta in ogni caso di creature contagiose piuttosto facili da eliminare e non così implacabili come il cinema, i fumetti e videogiochi hanno voluto presentarceli. Uno zombie si muove malamente, cade letteralmente a pezzi e non brilla per intelligenza, dunque può essere eliminato anche dal più sgangherato dei sopravvissuti. Per questo si cercano sempre nuove formule per dare credibilità all’apocalisse zombie, di cui abbiamo apprezzato la serie sudcoreana Non siamo vivi. E non dimentichiamoci dei numerosi film a base di “vampiri” generati da virus e parassiti di ogni sorta, di cui L’ultimo uomo sulla terra e Io sono leggenda, tratti dal medesimo romanzo, sono solo la punta dell’iceberg! Consigliatissima è, per noi, la serie tv horror The Strain di Guillermo del Toro.

 

Un futuro davvero impossibile?

 

Tuttavia, quello dell’invasione zombie, non è nemmeno uno scenario del tutto impossibile come molti credono, perché come ci ha ricordato la trama del videogioco Tha Last of Us, un non morto può essere il risultato di un fungo parassita come la cordyceps, che se mai un domani avesse la capacità di attaccare la specie umana potrebbe davvero scatenare qualcosa di simile a un quanto visto nell’opera di Naughty Dog.

 

Per quanto riguarda i romanzi, forse i più riusciti di tutti rimangono la celebre trilogia di Apocalisse Z, scritta da Manel Loureiro. L’opera è sottoforma di blog/diario di un sopravvissuto a una pandemia zombie nell’Europa del 2008.

 

L’avvento delle macchine!

 

Apocalisse oggi, Horizon

Animali preistorici? No, macchine intelligenti e dotate di una qualche forma di coscienza, che si sono sostituite al precedente ecosistema! E l’uomo? Beh, come sempre, se lo prende in quel…

Per il momento, ci sembra abbastanza improbabile!

Pure ammettendo che un’IA prenda consapevolezza di sé e abbia i mezzi per scatenare la fine del mondo, come visto nella serie di Terminator, o trasformare l’umanità in batterie stilo, come visto in Matrix, bisognerebbe davvero capire se senza la manutenzione umana questa sia in grado di sopravvivere. Diciamo che molte premesse alla base di questo genere noi oggi le diamo per scontate. Ma la fantascienza delle “IA impazziteha tanti, ma tanti buchi narrativi.

La coscienza cos’è?

Non è un dilemma filosofico che abbiamo risolto! E nel momento in cui una macchina ne avesse una, pensiamoci bene, sarebbe lecito considerarla ancora tale?

 

In ogni caso, il post-apocalittico dove le macchine dominano il mondo è immenso, quasi quanto quello degli zombie, ma per ora una delle poche ambientazione originali che riguardano questo genere rimane quella di Horizon Zero Dawn, dove una potentissima IA riesce a ricreare l’intero ecosistema terrestre, sostituendo gran parte degli esseri viventi con esseri meccanici e riportando l’umanità a vivere in piccoli gruppi rurali e primitivi.

 

Ci sarebbe anche da fare un distinguo riguardo la nanomacchina tecnologia tutt’altro che fantascientifica! Al di là dell’intelligenza che potrebbe muoverla, si basa su meccanismi analoghi a quelli dei microganismi. Risultando così abbastanza pericolosa o fuori controllo se usata per uccidere. Per chi facesse fatica a immaginare la cosa, consiglio Ultimatum alla Terra!

 

Invasione aliena

 

Alieni colossali che ci attaccano con la sola forza bruta? Sì, decisamente meglio dei soliti grigi, omini verdi o rettiliani che ci hanno rifilato i fissati con l’ufologia!

Decisamente improbabile!

Sia chiaro, non mettiamo affatto in discussione la possibilità che esistano altri pianeti abitati né che l’uomo sia l’unica creatura intelligente dell’universo. Ma fare entrare in contatto due civiltà provenienti da differenti pianeti è, tutt’ora, una cosa per nulla fattibile. Le ragioni sono moltissime, per dirne una tra mille, l’ostacolo rappresentato dai microorganismi che ci portiamo addosso, come visto in La guerra dei mondi, è il maggiore per un contatto del 4° tipo, oppure gli impossibili viaggi nello spazio o la possibilità di trovare un ago in un pagliaio, cioè un altro pianeta abitato, date le smisurate dimensione del cosmo. Ma, ammettendo che sia possibile, perché gli alieni dovrebbe invaderci adesso che siamo così saturi di un certo tipo di fantascienza? Non potevano farlo prima, durante la Rivoluzione francese? XD

 

Il genio giapponese!

 

Tornando alle narrazioni di invasioni aliene, da Invasione degli ultracorpi (1955) fino a Independence Day (1996), il cinema ce ne ha rifilati di tutti i tipi. I fumetti non fanno altro che scopiazzare i film o i romanzi di fantascienza, mentre a contraddistinguersi sono stati, come sempre, i manga: da Gō Nagai fino al concept di Pacific Rim, l’idea che l’invasione aliena sia a base di mostri colossali da sconfiggere con robot delle medesime dimensioni, o altre armi non convenzionali, è qualcosa di ben più creativo e interessante del solito Space Invaders. Al riguardo, consigliamo il manga pubblicato da Star Comics, da poco uscito in Italia, Kaiju No. 8!

 

Conclusione

 

LApocalisse oggi, è davvero possibile? È proprio la consapevolezza, non sempre conscia, che il futuro più probabile sia diverso… Tutt’altro che roseo e destinato al benessere a far andare per la maggiore narrazioni che descrivono un futuro di tipo post-apocalittico. Dunque, ci piaccia o no, anche questa preferenza per il genere postapocalittico è una spia dallallarme che dovrebbe indurci a riflettere. La civiltà odierna, così ancorata alle sue tante sicurezze, è in realtà traballante e passeggera come tutte le cose di questo nostro mondo.

Una visione pessimistica?

Diciamo piuttosto realista. Ricordiamo che dopo la tempesta arriva sempre il sereno. E, come la storia insegna, spesso all’umanità serve anche un momento di crisi, cioè un’occasione di scelta, per poter progredire verso il Bene.

Lascia un commento

Privacy Policy Termini e Condizioni