My First First Love – Recensione
Un intreccio di sentimenti estremamente commovente
My First First Love, Cheotsarang-eun cheo-eum-iraseoLR, che significa “Perché è il mio primo amore”, è un drama coreano presente sulla piattaforma Netflix già da un po’ di tempo… cioè, trasmesso dal 18 aprile al 26 luglio 2019. Infatti lo troviamo anche ben doppiato in italiano, con dialoghi piuttosto fedeli all’originale. Si tratta di un remake di “Cheo-eum-iraseo”, trasmesso la prima volta sul canale OnStyle e anch’esso ideato dalla nota e bravissima Jung Hyun-jung.
Perché abbiamo scelto di recensirlo?
Al momento, come è ben noto, Netflix ha investito molto sui telefilm sudcoreani e vanta già una grande scelta di queste opere un tempo accessibili solo nei siti dei fan dei k-drama. La scelta è dunque vasta, ma alcuni tra questi sono nettamente più belli di altri. Il primo da noi recensito è stato il drama storico-sentimentale L’affetto reale, a cui abbiamo dato il voto di ★★★★, essendo uno dei più recenti e dei più riusciti del 2021. Tuttavia, ripetiamolo, la scelta è vasta e dunque abbiamo deciso di recensire: My First First Love, in modo da consigliarvi uno di quelli di ottima qualità, piuttosto abbordabile anche per i neofiti di questo genere, ritenuto da noi un vero e proprio capolavoro!
My First First Love: la storia di cinque amici
Il protagonista della storia è Yoon Tae-oh, un ragazzo di famiglia ricca che nonostante la vita agiata è sempre stato un bravo ragazzo, altruista e propositivo. All’età di 23anni, quando Tae-oh sta ancora frequentando l’università, il padre gli propone di andare a vivere da solo per “responsabilizzarsi” e diventare “adulto”. Tae-oh va così a vivere nella casa del defunto nonno paterno, un villino piuttosto grazioso e abbastanza spazioso dove darà una svolta alla sua vita. Eh sì, perché da lì a breve succederanno alcuni imprevisti… Han Song-i, la sua migliore amica d’infanzia – che conosce da ben vent’anni! – orfana di padre e che la madre ha abbandonato da poco tempo, fuggita per i troppi debiti, è stata sfrattata di casa. Tae-oh viene a saperlo e accoglie l’amica in casa sua ben volentieri, in quanto i due sono profondamente affezionati e legati in modo profondo l’uno all’altra. Ma Song-i si aggiungono altri due coinquilini inaspettati: l’ironico Hun, un vecchio amico di Tae-oh che è stato scacciato da casa sua perché ha abbandonato l’università per la carriera di cantante e attore, dopo essere stato pesantemente picchiato dal padre; la iper-ottimista Oh Ga-rin, una ragazza di famiglia nobile fuggita da casa perché esasperata per la vita oppressiva che viveva per colpa della madre iper-protettiva. Alla strana comitiva di amici si aggiunge un quinto personaggio, Seo Do-hyun, un ragazzo amico di Tae-oh con la testa sulle spalle, molto serio e diligente, che si divide tra lo studio e il lavoro dell’attività di famiglia per pagare i debiti accumulati dal padre, che entra a far parte nella stramba comitiva di amici. Naturalmente ci sono molto altri personaggi secondari, ma questi sono i cinque amici su cui ruota la storia principale.
La scoperta di un sentimento non corrisposto
Perdonatemi, ma qui è doveroso fare una breve anticipazione sui primi episodi, perché altrimenti non è possibile spiegarvi la trama né il genere di storia costituito da My First First Love. In modo del tutto accidentale, Tae-oh conosce una bella ragazza amante del cinema: Ryu Se-hyun. Una tipa un bel po’ snob e sofisticata, apparentemente irraggiungibile, che però il ragazzo decide di corteggiate spudoratamente, riuscendo in breve a mettersi insieme a lei. Contemporaneamente Song-i e Do-hyun iniziano ad innamorarsi l’una dell’altro, mentre Han e Oh Ga-rin legano moltissimo, diventando migliori amici, incoraggiandosi a vicenda e spronandosi per la realizzazione dei propri sogni.
Tutto sembrerebbe andare per il meglio se non fosse che il legame così forte e stretto tra Tae-oh e Song-i destabilizza le loro neonate relazioni. È, infatti, difficile per chiunque frequentare una persona che vanta per migliore amico d’infanzia una persona dell’altro sesso. La storia, infatti, si complica perché Tae-oh nonostante l’entusiasmo che mette nel voler corteggiare Se-hyun proprio non riesce a darle priorità. Per Tae-oh la problematica amica Song-i è sempre la sua principale preoccupazione, la ragazza che finisce sempre per essere al centro dei suoi pensieri. È così chiaro fin dall’inizio che Tae-oh nasconda a se stesso i sui veri sentimenti per la migliore amica. E questo è tutto il perno su cui ruota la storia principale, perché il conflitto interiore di Tae-oh, che andrà a coinvolgere tutti gli altri personaggi, si trasformerà man mano in un amore non corrisposto piuttosto doloroso. Anche gli altri personaggi vivranno conflitti altrettanto forti, ma qui mi fermo per non farvi spoiler. La storia, infatti, merita davvero si essere vista senza immaginarsene il finale, anche perché di imprevisti e colpi di scena non mancheranno.
Tecnicamente… stupendo!
Oltre all’azzecatissima scelta degli attori, soprattutto per i personaggi di Tae-oh (il carismatico Ji Soo) e Song-i (la bellissima Jung Chae-yeon), la regia è davvero eccellente, tutte le scene sono girate con estrema cura – ogni inquadratura è scelta con maestria –, ed è, probabilmente, notevole il budget investito per la realizzazione di My First First Love. La colonna sonora è ben fatta, adatta agli standard delle tipiche commedie romantiche, ma un po’ ripetitiva perché non particolarmente varia… nonostante questo ogni scena ha quel pathos che riesce sempre a commuovere e coinvolgere profondamente lo spettatore. E alla fine è questo che conta.
Una sceneggiatura ben scritta!
Ma a stupire è soprattutto la sceneggiatura: dialoghi bellissimi, profondi e scritti con grande cura, che fanno emergere l’alto livello di spessore umano presente nell’opera. L’unico neo sono alcuni aspetti della storia che non emergono nelle loro estreme conseguenze o che restano apparentemente “irrisolti”, che non cito per non farvi spoiler, ma che non inficiano nel giudizio complessivo dell’opera perché anche nella vita reale non sempre ci si accorge di tutto ciò che davvero ci succede intorno. Infatti alcuni personaggi compieranno azioni rilevanti per la trama che passeranno quasi inosservate agli altri, quando invece ci si aspetterebbe che siano determinanti per l’andamento della trama principale. In alcune recensioni li si è considerati “difetti” della sceneggiatura, ma personalmente come esperto di narrativa la vedo diversamente. Alcune cose semplicemente sono lasciate al giudizio degli spettatori, perché non è necessario dare un’opinione su ogni aspetto della storia servendosi dei dialoghi dei personaggi o della loro completa consapevolezza su una data situazione.
Conclusione
My First First Love è una delle migliori commedie sentimentali sudcoreane presente su Netflix, godibilissima per il buon doppiggio ed estremamente profonda e commovente. Sul piano tecnico c’è davvero ben poco da dire, tutto funziona benissimo e la sceneggiatura fa emergere i bellissimi valori proposti dall’opera. È una storia d’amore commovente, strugente e pura, come ci si aspetterebbe da ogni buon k-drama. Pertanto la consigliamo soprattutto a coloro che non si sono ancora avvicinati a questo genere, ben consapevoli che si troveranno di fronte una storia davvero appassionante e qualitativamente notevole.
Per effetto nostalgico e un po’ perché davvero se lo merita, gli diamo il massimo del voto: ★★★★★, ma per via di alcuni difetti nella parte finale della sceneggiatura il voto in realtà scenderebbe di un punto: ★★★★, consapevoli che per quanto appassionante non lo si può considerare un drama “narrativamente perfetto”.
Ma quali sarebbero i difetti a cui alludiamo? Restano alcune cose stranamente non comprese, come il fatto che Song-i e tutti gli altri personaggi non rivelano a Tae-oh che è tradito a più riprese da Se-hyun. Ma cosa più importante, non viene mostrato il conflitto psicologico che porterà Song-i a scegliere Tae-oh al posto di Do-hyun. Il finale non è forzato, ma semplicemente non è approfondito in alcune parti. Cioè, manca il punto di vista di Song-i nella parte del climax.
C’è però da aggiungere una cosa… la storia si risolve senza lasciare niente in sospeso. Dunque la notizia su di una possibile terza stagione se da una parte meraviglia, beh, dall’altra preoccupa un po’… perché non si capisce in che modo potrebbe continuare il racconto dei cinque amici che ognuno, a modo loro, ha risolto il proprio conflitto interiore dopo un travagliato percorso. Speriamo non rovini la risoluzione perfetta raggiunta nel finale della seconda stagione!
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!