Tolkien l'amore tra elfi e uomini,un tabù

Tolkien, l’amore tra elfi e uomini, un tabù?

Gli Anelli del Potere: l’ultimo trailer rassicura, ma dalle interviste non traspare una grande comprensione dell’Opera

 

La San Diego Comic-Con ha disvelato il trailer definitivo de Gli Anelli del Potere, la serie Amazon Prime tratta (o ispirata?) da J.R.R.Tolkien. Il trailer e il precedente teaser hanno esaltato l’elemento epico (e soprattutto) mitopoietico dell’opera del professore di Oxford. Ma per questioni tecniche/di diritti The Rings of Power, la serie televisiva potrebbe discostarsi in maniera netta da quello che è il corpus leggendario originale (Qui su KeyNerd non parleremo di canone, perché il professore di Oxford gioca a un altro livello). E quel che è peggio dalle interviste a castshowrunner, seppur destinate a un grande pubblico, non sempre traspare una grande comprensione del mondo tolkieniano. L’ultima è quella uscita per Il Venerdì di Repubblica dove si legge una frase che a prima vista fa pensare che non si conoscano né i libri, né tantomeno il film di Peter Jackson. Ovvero che nell’Opera di Tolkien l’amore tra elfi e uomini sia un tabù!

 

Tolkien e l’amore tra elfi e uomini, un tabù?

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù

 

 

Come si legge nell’intervista agli showrunner:

Se non lo sapete già, l’amore tra Elfi e Umani è tabù. Nazanin Boniadi le dà il suo volto di iraniana nata a Teheran e cresciuta a Londra. “Credo sia interessante”, riflette seduta accanto a Ismael, “che per questo amore proibito abbiano messo insieme un portoricano e un’iraniana, mi piace pensare che simbolicamente significhi che ci sono più cose a unirci che a dividerci.

E infatti, nonostante noi ben si conosca l’opera di Tolkien, non sapevamo che l’amore tra Elfi e Uomini fosse un tabù… Anche perché basta una scorsa veloce alla trilogia di Peter Jackson de Il Signore degli Anelli per scoprire come l’amore tra l’elfa Arwen e l’umano Aragorn sia tra gli elementi portanti. Certo contrastato, ma non certo un tabù. Anche perché la più grande storia della Prima Era della Terra di Mezzo è un’altra storia d’amore tra un umano e un’elfa. La storia di Beren e LúthienLove story osteggiata dal padre Thingol, ma non certo per un tabù di sorta.

 

Tabù un elemento portante?

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù, Beren e Luthien

La prima unione tra mortali e immortali nel mondo di Arda fu tra l’umano Beren e l’elfa Lùthien. Quest’ultima era figlia del leggendario re Thingol e della Maia Melian. Ma da questo “amore impossibile” avrà inizio una delle più grandi avventure della Prima Era.

 

Anzi i mezzelfi figli dell’unione tra elfi e umani sono un elemento che ritroviamo nelle diverse ere tolkienane. Evento eccezionale, ma che certamente non possiamo definire un tabù.

Perché usare una simile definizione in un’intervista?

Intervista che fine dall’inizio la giornalista spiega come sia stata organizzata con J.D.Payne, uno degli showrunner via Zoom con tutti i crismi dell’ufficialità. Non sembrerebbero parole dal sen fuggite. Parole, che non solo fanno alzare qualche sopracciglio ai famigerati lettori delle opere di Tolkien…. Il fandom tolkieniano. Ma anche ai semplici appasionati dei film di Peter Jackson.

 

Lamore tra Arwen e Aragorn è forse gravato da tabù nel film? No, anche nella riduzione cinematografica il contrasto di Elrond (egli stesso mezzelfo, pronipote di Lùthien) all’amore della figlia Arwen per Aragorn verte sulla questione della mortalità di quest’ultimo (elemento mirabilmente tratteggiato nelle sequenze finali de Il Ritorno del Re tratte dalle appendici).

 

Elemento che dal punto di vista dell’opera letteraria tolkieniana aumenta di complessità. C’è anche una questione teologica di fondo.

 

Il destino delle anime e le Aule di Mandos

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù, Mandos

Una delle bellissime raffigurazioni della sala di Mandos, nel regno di Valinor

 

Ovvero nellamore tra Elfi e Uomini quello dell’immortalità è solo l’aspetto superficiale, la punta dell’iceberg. Gli Elfi sono immortali, ma è noto che le loro anime alla loro morte, o alla fine dei tempi, risiederanno nelle aule del Valar Mandos. Per le anime degli uomini mortali le Aule di Mandos sono solo un passaggio temporaneo, in quanto il destino delle anime degli uomini è noto solo al Dio Creatore, Eru. Creatore che non ha condiviso con i Valar, le entità che governano il mondo di Arda, il tema musicale del destino degli Uomini.

 

Insomma non è tanto l’immortalità a creare tensione nellamore tra uomini ed elefi. Bensì quello che cè dopo la morte.

 

Beren e Lúthien

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù, Luthien

Lùthien è uno dei personaggi più belli de Il Silmarillion: figlia di uno dei più antichi Elfi, il potente re Thingol, e Melian: una Maia, cioè una “entità angelica/divina incarnata”. Luthien non è soltanto immortale, ma l’apice della stirpe elfica, la più bella degli Figli di Ilúvatar

 

Cè quindi il destino delle anime degli uomini ad aggiungersi al tema dellimmortalità. E dell’eventuale rinuncia ad essa, come saranno chiamate a fare in ere diverse l’elfa Lúthien e Arwen.

 

Un baratto che nel caso di Lúthien è una scelta posta dai Valar per riportare l’amato Beren dalla morte. Rinunciando alla sua immortalità e senza alcuna garanzia su quello che sarà il suo futuro, può riscattate la vita di Beren. L’uomo era rimasto ucciso nella lotta contro il mannaro Carcharoth che aveva ingoiato un Silmaril. E il raccogliere un Silmaril era la condizione perché re Thingol concedesse la mano della figlia all’umano Beren.

A vile prezzo i Re degli Elfi vendono le proprie figlie: per gemme….

Una quest apparentemente impossibile con cui re Thingol sfida Beren. Una quest che non potrà che portare sventure riaprendo vecchie ferite tra le casate elfiche. Ma che porteranno a una delle storie più importanti della Prima Era, quella tra Beren e Lúthien. I “due” a cui J.R.R. Tolkien dedicò l’epitaffio della tomba propria e della moglie.

 

Un tabù? No un elemento eccezionale che rappresenta una costante

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù, Aragorn e Arwen

L’ultima unione tra Umani ed Elfi sarà con Aragorn ed Arwen. Quest’ultima, essendo figlia di Elrond, in realtà è una mezzelfa di stirpe nobile che può scegliere se rinunciare all’immortalità dei Primi Figli di Ilúvatar (gli Elfi)

 

Amore tra Beren e Lúthien che si rinnova in Aragorn e Arwen. E il cerchio idealmente si chiude. Sia perché le appendici de Il signore degli anelli rappresentano la fine della Terza Era, sia perché entrambi sono discendenti di Beren e Lúthien.

 

E pure le due coppie fondamentali di Prima e Terza era non sono le uniche unioni di Elfi e Umani. Ci sono anche Idril, figlia del re di Gondolin e Tuor. E nei Racconti incompiuti viene citato quello tra Imrazór e Mithrellas. Con l’elfa silvana Mithrellas dopo aver dato alla luce i due figli Galador e Gilmith, sparì e non si fece più vedere da Imrazór.

 

A differenza dei mezzelfi delle stirpi di Beren e Lúthien e di Idril e Tuor (che si uniranno nell’unione di Earendil, figlio di Idril, ed Elwing, nipote di Lúthien) a cui è concesso di scegliere di vivere come elfi immortali o come uomini mortali, a Galador e Gilmith nascono mortali, per decisione del signore dei Valar, Manwë.

 

E poi dopo elfe e nane….

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù, elfa

 

Leventualetabùcitato nellintervista non ha ragion dessere nellopera di Tolkien. Non sussiste nel film di Jackson. E soprattutto che senso ha citarlo dopo l’amore tra elfa e nano della trilogia de Lo Hobbit, elemento assolutamente apocrifo e inserito nel maldestro tentativo di stupire, forse divertire, magari aggiornare il romanzo di Tolkien. Effettivamente Lo Hobbit a differenza de Il Signore degli Anelli latita di figure femminili protagoniste.

 

Ma la trama e la love story, nonostante Peter Jackson faccia in genere miracoli e nonostante un’interprete come Evangeline Lilly, Tauriel resta al livello di una “quota rosa” messa lì perché doveva essere messa lì. Tant’è che a parte qualche sparuto articolo entusiasta all’epoca, Tauriel non venne mai presa sul serio.

 

Citando da Wikipedia in lingua inglese:

«In un articolo apparso sull’Huffington Post, Clarence Haynes ha paragonato Tauriel a Katniss Everdeen di Hunger Games, descrivendo entrambe come incarnazioni archetipiche dell’antica dea greca Artemide. Michael O’Sullivan del Washington Post, nella sua recensione de La desolazione di Smaug, ha accolto con favore l’aggiunta di Tauriel all’insieme dei personaggi e l’ha definita “una sorta di Lara Croft dalle orecchie a punta”. Shaun Gunner, presidente della Tolkien Society, ha elogiato l’inclusione di Tauriel come “la più grande gemma e opportunità mancata di questo film”, affermando che fornisce “una voce forte e calda nella storia”, ma che gli sceneggiatori “hanno sbagliato a sminuire il personaggio inserendola in un triangolo amoroso”.»

Insomma la povera Tauriel è stata perlopiù ignorata, o è diventata oggetto di meme. Compresa canzoncina parodistica su YouTube dall’ovvio titolo: Who the ‘Ell Is Tauriel?

 

…l’amore tra elfi e uomini diventà tabù?

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù, love

 

Ma comunque la sua eco la ebbe, ergo che senso ha parlare di tabù nell’amore tra Elfi e Uomini, quando sono alcune delle storie più famose della Terra di mezzo vertono su quegli amori. E quando abbiamo già avuto nei film storie tra nani e elfe?

 

Si dirà “ma era solo un’intervista”. Vero ma molta della comunicazione della nuova serie Gli Anelli del Potere è passata dalle interviste. Interviste patinatissime come quella per Vanity Fair cha ha dato il la alla promozione. E in cui Lindsey Weber, produttrice esecutiva, dichiarava:

«Ci è sembrato naturale che un adattamento dell’opera di Tolkien riflettesse l’aspetto reale del mondo.»

Che l’immaginario del film di Jackson meritasse un aggiornamento come dichiarato dall’attore Ismael Cruz Córdova (l’elfo Arondir su cui abbiamo già realizzato un approfondimento)

Ismael Cruz Córdova: “La consapevolezza della diversità è cresciuta… il mondo cinematografico creato da Peter Jackson ha un valore immenso, ma da allora abbiamo spostato le lenti con cui osservare il mondo. La conversazione è diversa in questo momento, ma tornando al materiale di partenza, il mondo è vario, non solo in termini di etnia ma anche di pensiero.

O in maniera più diretta ristabilire l’equilibrio, come dichiarato dall’attrice Sophia Nomvete (la regina nanica Disa):

Sophia Nomvete: “Stiamo ristabilendo lequilibrio allinterno del cinema e della televisione, dell’industria televisiva e, naturalmente, di questo franchise e, spero, di molti franchise che andranno avanti

Insomma, anche i classici senza tempo hanno bisogno di quote per apprezzarli. Spezzoni d’interviste che da un lato vogliono insistere sull’elemento di novità e inclusivo. Mentre contemporaneamente si dice che si vuolte tenere lontana politica e allegorie.

 

Inclusivo ma niente politica!

 

Infatti contemporaneamente alle dichiarazioni degli attori abbiamo lo showrunner della serie J.D.Payne che insiste sul “Go Back to the Book!”, il tornare alle fonti. Ribadendo anche in un’altra intervista pubblicata su Total Film che vogliono rifuggere da ogni allegoria, proprio come nelle intenzioni originali di Tolkien. E che non vogliono parlare di politica con la serie, ma realizzare un’opera senza tempo. Come si legge nell’intervista:

«Era molto importante che ciò che stavamo creando non fosse un’allegoria. Non stava commentando eventi storici del suo tempo o di un altro tempo. Non stava cercando di trasmettere un messaggio che parlasse di politica contemporanea. Voleva creare un mythos senza tempo, che fosse applicabile – questa era la sua parola, “applicabile” – in tutti i tempi.

“Ogni singola scelta che abbiamo fatto in ogni momento della realizzazione di questo show è stata quella di essere fedeli a questa aspirazione, perché è quello che vogliamo come spettatori. Non vogliamo adattare il materiale in un modo che possa sembrare datato. Aspiriamo a essere senza tempo

 

Due direzioni opposte

 

Si dirà, è solo pubblicità. Si sfruttano tutti gli elementi per far parlare della serie televisiva imminente. Ma sappiamo già che le opere senza tempo non hanno bisogno di vedere gli stessi elementi esaltati dall’uno in un’intervista e rinnegati dall’altro in una conferenza stampa. Con il rischio di uscirsene nella bulimia di comunicazione con castronerie come il “tabù” sull’amore tra uomini ed elfi. E che senza l’elfo Arondir e l’umana Bronwyn tale sarebbe rimasto.

 

Sensazione che si ha non solo dalle interviste ma anche dai trailer, con i proto-hobbit assoluti protagonisti nel primo teaser e poi praticamente scomparsi. Più che la sensazione di trailer differente che esplorino tutte le sfumature e le complessità del mondo ispirato alla Terra di Mezzo, la sensazione è stata quella di un semplice aggiustamento del tiro della comunicazione.

 

Finding Nori?

 

Tolkien l'amore tra elfi e uomini un tabù

Gli Hobbit o Mezzuomini vengono menzionati per la prima volta in dei documenti del regno di Gondor all’inizio della Terza Era. Pertanto è assodato che prima di quel tempo non fossero molti presenti nei grandi eventi della Terra di Mezzo

 

Il primo teaser quello del super bowl, 13 febbraio, aveva come voce narrante Nori, Eleanor Brandyfoot, una dei pelopiedi i proto-hobbit della serie. Una delle novità introdotte da Amazon per la sua serie, in quanto J.R.R. Tolkien non menziona gli hobbit nella seconda era (in cui è ambientato Gli Anelli del potere), ma li menziona solo a partire dalla Terza Era (quella de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli). Pure non è escluso che dei proto-hobbit potessero esistere.

 

Pelopiedi che insomma nicchiano e non appasionano. E curiosamente, dopo il teaser-leak della meteora, che precede il teaser trailer definitivo che precede la Comic-Con di San Diego, e poi il trailer della Comic-Con, il ruolo dei pelopiedi quasi scompare. La voce narrante diventa Galadriel, come nel prologo de La Compagnia dell’Anello di Peter Jackson. Nel main teaser i protohobbit sono ancora rilevanti. Nel trailer ufficiale, praticamente scompaiono. Resta una battuta al proto-hobbit Sadoc Burrows, interpretato da Lenny Henry, e si intravede appena la Nori di Markella Kavenagh.

 

Probabilmente è solo una coincidenza. Ma di fatto la progressione delle clip de Gli anelli del potere è diventata dallaver centrali i proto-hobbit all’avere come assoluta protagonista la cara e vecchia Galadriel di Morfydd Clark. Comprese inquadrature dal sapore jacksoniano.

 

In conclusione l’impressione è che da un lato si voglia “rinnovare” l’immaginario tolkieniano, e dall’altra “rassicurare” i fan con continue strizzate d’occhio a Jackson. A costo di ridurre uno degli elementi di rinnovamento su cui si era puntato all’inizio, come i proto-hobbit.

 

 

 

3Commenti

  • Anghelos Massignon
    5 Agosto 2022

    Eh, che posso dire, è Amazon! La multinazionale che include tutti e tutte le etnie, generi e idee, ma permette lo sfruttamento dei suoi dipendenti. E comunque, non sarà la prima né l’unica volta che cercheranno di inserire la questione dell’inclusione a scapito della Storia Interna, con tanto di sostegno di molti per cui “È una Storia, ed è Giusto che si cambino e si adattino certi elementi nel passaggio ad un altro media, altrimenti sarebbe Dottrina”, portando l’esempio del Castello Errante di Howl diretto da Miyazaki, diversissimo dal romanzo originale.
    Insomma, è il classico Conflitto che accompagna gli adattamenti e la questione dei Tempi Odierni e quelli Passati. Che sarebbe anche facilmente risolvibile, a dirla tutta, ma non come vogliono tutti.

    • Alex Pac-Man
      6 Agosto 2022

      “Il Castello Errante di Howl” diretto da Miyazaki mantiene le stesse atmosfere, i luoghi, i paesaggi e i personaggi sono esattamente come li descrive Diana W. Jones. Ma dovendo inserire tutto in un unico film hanno dovuto tagliare e comprimere alcune cose della narrazione originale. Le sorelle di Sophie sono state eliminate, il finale è stato allungato per includere il conflitto vissuto da Howl nel terzo libro, ecc… Cioè, sono adattamenti che hanno una logica, fatti per forza maggiore. Oltretutto qui parliamo dei romanzi della Jones, scrittrice bravissima ma anni-luce lontana dai capolavori letterari di Tolkien. Poi se hai il vantaggio di estendere la storia con un telefilm, basandoti solo sulle appendici, di cosa che ti lamenti? Pertanto aggiungere tanti elementi solo per ‘far contente le persone di colore’ (a cui in realtà fregherà niente!), viziare il racconto secondo una realtà (la nostra) che nulla ha a che fare con il mondo narrativo che si intende mostrare, è veramente ingiustificabile su qualsiasi piano. Aggiungiamoci il fatto che se non conosci nemmeno l’ambientazione che pretendi di raccontare, includendo cose che per te sono tabù tanto per…, come love story tra Elfi e Umani (onnipresenti in TUTTO il genere fantasy!!!), beh, non fai solo arrabbiare il tolkieniano. Anzi, qui passi da cretino – e infinitamente superficiale – davanti qualsiasi persona dotata di anche poca intelligenza! XD

  • Alex Pac-Man
    6 Agosto 2022

    “Il Castello Errante di Howl” diretto da Miyazaki mantiene le stesse atmosfere, i luoghi, i paesaggi e personaggi sono esattamente come li descrive la Diana W. Jones. Ma dovendo inserire tutto in un unico film hanno dovuto tagliare e comprimere alcune cose della narrazione originale. Le sorelle di Sophie sono state eliminate, il finale è stato allungato per includere il conflitto vissuto da Howl nel terzo libro, ecc… Cioè, sono adattamenti che hanno una logica, fatti per forza maggiore. Oltretutto qui parliamo dei romanzi della Jones, scrittrice bravissima ma anni-luce lontana dai capolavori letterari di Tolkien. Poi loro hanno il vantaggio di essere un telefilm e di non dover trasporre una storia, ma solo le appendici. Pertanto aggiungere tanti elementi solo per ‘far contente le persone di colore’, viziare il racconto secondo una realtà (la nostra) che nulla ha a che fare con il mondo narrativo che si intende mostrare, è veramente ingiustificabile su qualsiasi piano. Aggiungici il fatto che non conosci nemmeno l’ambientazione che pretendi di raccontare, includendo cose che per te sono tabù, come love story tra Elfi e Umani (onnipresenti in TUTTO il genere fantasy!!!), beh, non fai solo arrabbiare il tolkieniano. Anzi, qui passi per un cretino – e infinitamente superficiale – davanti qualsiasi persona dotata di anche poca intelligenza! XD

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