Baby reindeer non è una storia di stalking
Baby reindeer non è esattamente una storia di stalking, ma di due personalità disturbate che si incontrano
Baby reindeer è una serie Netflix uscita in Italia ad Aprile del 2024 che ha avuto un notevole successo ed è tratta da una storia vera. Un comico in difficoltà compie un atto di gentilezza verso una donna vulnerabile, ma questo gesto scatena un’ossessione soffocante che minaccia di distruggere la sua vita.
Personalmente evito le serie che trattano l’argomento dello stalking perché l’ho subito. Per settimane l’ho vista lì, in classifica, tra i telefilm più visti di Netflix, ignorandola, ma poi uno dei miei canali Youtube preferiti (L’ora del the) ha pubblicato un video in cui ne parlava. La storia allora mi ha incuriosito, e ho iniziato subito a vederla nonostante l’iniziale scetticismo. Le storie vere mi hanno sempre attratta, e qui non solo la storia è vera, ma Richard Gadd, l’attore protagonista interpreta se stesso, infatti la serie di Baby reindeer è tratta dalla sua storia autobiografica. Ha iniziato a farla conoscere con degli spettacoli on-man-show, in un resoconto in prima persona di tutta la vicenda. Il suo spettacolo ha avuto un enorme successo, ed eccoci qua.
Da stalker a stalkerata
Siamo onesti, le storie vere intrigano tutti, perché esplorano realtà sconosciute per taluni o conosciute per altri e ci fanno vedere punti di vista diversi, inesplorati. Siamo curiosi, ma questa curiosità a volte sfocia in morbosità, ed è quello che è successo con questa serie. Dalla fiction siamo approdati alla vita reale in un attimo, anzi per essere precisi è avvenuta una fusione. Il pubblico ha iniziato a cercare nella realtà i personaggi della serie. Nel caso di Martha, ovvero la stalker, c’è anche riuscito, mentre per gli altri personaggi ci sono solo ipotesi. Martha, dopo essere stata scovata sui social ha ricevuto, paradossalmente, anche minacce di morte. Da stalker a stalkerata è un attimo. Dopo avere negato inizialmente di essere proprio lei la donna ad aver ispirato il personaggio di Martha, è uscita allo scoperto, partecipando addirittura a degli show televisivi. Quindi possiamo dirlo, Martha è Fiona Harvey, ed è effettivamente una donna con dei problemi psichiatrici. Questi eventi assurdi però non hanno fatto altro che accrescere maggiormente l’hype verso la serie televisiva.
Ma chi è davvero Richard Gadd? Ha subito davvero stalking?
Solitamente le serie che trattano l’argomento stalking di base hanno tutte un concetto in comune: chi perseguita è il cattivo che minaccia e tenta di uccidere la povera vittima. Ma chi ha visto la serie di Baby reindeer ha capito che Richard (Donny nella serie) non è una “vittima” di stalking, ma piuttosto una persona problematica che se ne imbatte in un’altra (ovvero Martha). Baby reindeer non è esattamente una serie sullo stalking. Non c’è un cattivo nella serie. Il protagonista ha davvero mostrato dei lati di se oscuri, su questo non si è risparmiato. Devo dire che su questo mi ha davvero colpito. Ma chi è davvero Richard? Anche secondo alcuni psicologi dalla serie emerge il profilo di una persona narcisista. Se c’è una cosa di cui sono certa è che una persona “normale” che ha subito stalking non si sognerebbe mai di farci una serie tv sopra e di metterci la faccia come ha fatto lui. E questo per un semplice motivo: chi lo ha subito ha una terribile paura che possa risvegliare le attenzioni del suo stalker. Parliamo davvero di terrore puro. Ed è quello che ha vissuto e sta vivendo per esempio un avvocato che ha subito davvero stalking da Fiona, e che ha dichiarato di aver paura che l’attenzione mediatica su di lei possa in qualche modo “scatenarla”. Mentre il nostro Richard è evidente che non ha paura di Fiona, infatti nella vita reale non l’ha mai denunciata. Ma questo significa che non ha davvero subito stalking da lei? No, non dico questo, penso appunto che come nella serie, lui si sia imbattuto in Fiona, ma che non abbia “subito” passivamente lo stalking, ma in qualche modo lo abbia alimentato e ricercato. E proprio come nella serie, che anche lui sia stato (e forse lo sia tutt’ora) ossessionato da lei.
La violenza sessuale
Nella storia Richard subisce violenze sessuali da parte di questo regista di nome Darrien. Come dice lui stesso l’intento di Baby reindeer è mostrare un lato dell’abuso che non è mai stato trattato “Credo che ci sia ancora l’idea che l’abuso sessuale sia una specie di pillola nel bicchiere che si dissolve e qualcuno si sveglia e non sa dove si trova. E questo accade ed è un grosso problema. Molti abusi avvengono in relazioni molto intime. Credo di aver voluto mostrare quanto complicate e psicologicamente incasinate possano essere le situazioni.” (Tratto dalla video- intervista a Richard Gadd di Netflix)
È sicuramente vero, ci sono situazioni di abuso più complicate e questo è senza dubbio la parte più interessante della serie dal punto di vista psicologico. Proprio come per lo stalking, anche qui il protagonista della serie mostra uno spiccato narcisismo e al tempo stesso masochismo. Infatti la sua spasmodica ricerca di attenzioni e consenso lo porta in situazioni che lo mettono in serio pericolo. Forse è proprio qui l’inghippo, non sono gli effetti della violenza sessuale a portalo ad avere questo rapporto tossico con Martha, come si vuol far credere nel telefilm. Lui purtroppo era già una persona problematica e questo si capisce dal contorto rapporto che instaura con il suo abusatore. Poi sicuramente aver subito degli abusi sessuali non aiuta la sua psiche, ed è interessante vedere gli effetti deleteri sulla sua vita sessuale. Quindi si, è vero, questo telefilm mostra quante sfumature possano avere i casi di abusi sessuali, in cui tra la vittima e il carnefice si incastrano problemi mentali. Questo non giustifica l’abusante, ma semplicemente ci mostra la realtà per quello che è: complessa.
Tra fiction e realtà
Abbiamo già parlato del regista Darrien, che droga e violenta Richard secondo la storia del telefilm, ma c’è anche Teri, una ragazza trans che intraprende con lui una relazione sentimentale. Iniziamo dal dire che Richard ha dichiarato di aver cambiato i personaggi per renderli irriconoscibili nella realtà.
In un’intervista viene chiesto a Richard: “Ci sono state parti del racconto che hai dovuto adattare?”. Lui risponde: “No, lo show è abbastanza veritiero. Ogni volta che virava troppo verso l’abbellimento, ho sempre cercato di raddrizzare il colpo. È emotivamente veritiero, estremamente veritiero. Poi, considerata la potenza del mezzo di distribuzione, è stato necessario cambiare qualche dato per proteggere le persone… Mi piace pensare che artisticamente non si sia mai allontanato troppo dalla verità.” e ancora “Abbiamo fatto di tutto per camuffarla e non credo che si possa riconoscere. Ciò che è stato preso in prestito per lo show è una verità emotiva, non il profilo fatto e finito di qualcuno.”. (Articolo originariamente pubblicato su GQ UK)
Ma è davvero cosi? Queste persone, proprio come Fiona, sono state individuate dagli ossessivi fan della serie, tramite conoscenze di Richard e un attento studio dei suoi social (insomma, piccoli stalker crescono). Anche loro, come Fiona, hanno iniziato a ricevere insulti e minacce di morte. Quindi qui sorgono delle domande: Richard ha davvero fatto tutto il possibile per non far rintracciare i personaggi della serie nella vita reale? Sono state disattenzioni? E ha camuffato realmente la loro identità? La cosa certa è che queste persone rintracciate sono identiche ai personaggi della serie in modo a dir poco imbarazzante. Ovviamente sia loro che Richard hanno negato di aver ispirato i personaggi che appaiono nella serie. E Richard ha anche detto di smetterla di cercarli nella realtà. Ma del resto che avrebbe potuto dire? A questo punto un’altra domanda sorge spontanea, e se avesse voluto vendicarsi? O semplicemente non sono loro le persone a cui si è ispirato? Non avremmo mai la risposta, ma sicuramente il dubbio è lecito.
Speculazioni sul finale
Il finale di Baby reindeer mi ha stupito, ci ho messo un po’ per dargli un significato, perché in realtà lascia una porta aperta su varie speculazioni. Cosa succede? In primis Donny torna a trovare il suo abusatore, proprio li a casa sua, dove ha subito le violenze. Ci parla come se fossero due vecchi amici. Darrien gli dice che è stato coraggioso a parlare in pubblico dell’abuso sessuale (quasi non lo avesse compiuto lui) e anzi, addirittura gli offre di lavorare con lui (questa stavolta per davvero)… Ma tutto bene? Questa è la parte più enigmatica e che mi ha lasciato più perplessa. Perché non torna da lui per dargli un pugno in faccia? In qualche modo anche dopo aver ammesso di aver subito violenza da lui, ricerca ancora la sua approvazione e la fiducia che gli infondeva? Sembra proprio di si. Il rapporto tossico e malato, mi sembra chiaro, continua.
Poi chiudiamo con un Richard disperato (forse proprio perché non è riuscito ad affrontare il suo stupratore?) che ascolta ossessivamente i messaggi vocali di Martha con parole di elogio nei suoi confronti. Si reca a un pub dove ordina una bibita. Qui sente l’audio in cui Martha racconta del perché lei gli ha affibbiato il soprannome di “piccola renna”. È il momento più struggente e commovente della serie, c’è poco da fare. Richard però non ha i soldi per pagare la bibita e a questo punto si chiude il cerchio: il barista fa un atto di gentilezza, gli offre la bibita, proprio come aveva fatto lui con Martha. Tutto si racchiude in questo piccolo atto di gentilezza. I suoi occhi si spalancano nello stupore: è come se capisse improvvisamente quello che aveva provato Martha? Un piccolo atto di gentilezza può essere cosi importante per una persona? Infondo il finale ci può far riflettere anche sul punto di vista di Richard. Ovvero che lui Fiona la capisce, anzi lui si rivede in lei, e chissà, potrebbe anche diventare come lei? E voi, che ne pensate?
Mi chiamo Debora Pacifico (ma molti mi conoscono come Debby Pac). Sono una graphic designer, un’art director e un’illustratrice. Tutto inizia con la passione verso i manga. Ho molti interessi, tra cui la scrittura, i film, i telefilm, i fumetti, il Giappone e ultimamente mi sono appassionata molto ai drama coreani. Credo fortemente nella forza e nella bellezza scaturita dalla comunicazione visiva e sono convinta che “La bellezza salverà il mondo” (Fëdor Dostoevskij).