Basilisco o coccatrice – Bestiario occidentale
Il re degli animali velenosi
La coccatrice (in inglese cockatrice), che alla fine nella descrizione coincide quasi perfettamente con il basilisco, è un rettile leggendario con un corpo a metà strada tra una viverna e un gallo, anche se alcune volte viene descritto in modo più serpentino. In molte rappresentazioni è abbastanza evidente la sua somiglianza con la famiglia dei draghi, soprattutto nelle descrizioni araldiche. Il suo potere è il temibile veleno, capace di pietrificare qualsiasi creatura, si dice addirittura con il solo tocco. Ma nella sua versione “potenziata”, cioè il basilisco, si crede sia in grado di pietrificare la preda addirittura con il solo sguardo.
In entrambi casi, coccatrice o basilisco, si tratta di un animale che secondo le tradizioni di tutta Europa, soprattutto in Sardegna, nasce da un uovo covato da un oviparo di piccole o medie dimensioni. Solitamente il nido di un pollo. Se si tratti di un fenomeno analogo a quello del cuculo, cioè la coccatrice/basilisco deporrebbe un uovo nel nido di un altro oviparo, o se invece sia il risultato di qualche strano o terribile fenomeno inspiegabile, come credevano alcuni medievali, che vedevano questa creatura come una versione mostruosa o mutante di un gallo, questo non appare chiaro, dato che già da prima del Medioevo c’erano decine di teorie sulle sue possibili origini.
Coccatrice o basilisco?
Come accennato prima, se bene sia stata fatta una distinzione tra coccatrice e basilisco, alla fine i punti che hanno in comune queste due creature tutto portano a pensare che si tratti del medesimo animale. Entrambi nascono nello stesso modo, entrambi sono letali perché possono pietrificare le loro prede ed entrambi sono accumunati sia ai rettili che agli uccelli. Nel caso del basilisco, in alcuni casi, prevale la descrizione più “serpentina”, e infatti in opere come “Harry Potter” il basilisco è rappresentato come un grosso serpente. Ma, in generale, nel resto della cultura fantasy si è più fedeli alla tradizione, cioè la versione più classica che vedrebbe il basilisco come una specie di variante della viverna simile a un gallo: un rettile piumato insomma! Oltretutto alato ma incapace di volare. E sempre velenoso e letale in tutte le tradizioni possibili che lo riguardano e di dimensioni nettamente ridotte rispetto draghi e viverne.
Un’altra particolarità: in alcuni racconti sul basilisco si dice che la donnola sia l’unico animale capace di tenergli testa, proprio come per i serpenti.
La coccatrice e il basilisco nella cultura popolare
Anche qui abbiamo come al solito tutta una tradizione letteraria legata al genere fantasy (romanzi, videogiochi, ecc…), ma buona parte della sua fama è dovuta ai GdR quali il celebre Dungeons & Dragons. Alludendo a cose più recenti, molto apprezzata è la stata nell’entrata in scena del basilisco nella seconda stagione di The Witcher per Netflix, che lo ha riproposto fedele alla tradizione ma con un maggior realismo anatomico, dandogli l’aspetto di un rettile non dissimile da un dinosauro piumato.
Ma il mito del basilisco potrebbe avere un fondo di verità?
Viene menzionato da tanti personaggi, storici, come Plinio il Vecchio, Gaio Giulio Solino, Isidoro di Siviglia, Beda il Venerabile, Rabano Mauro, Alexander Neckam, Pietro d’Abano, Teofilo il monaco, Alberto Magno, Ermete Trismegisto e molti altri. Il mondo scientifico ha appioppato tale nome a un rettile che nulla o niente a che fare con l’animale leggendario: il Basiliscus plumifrons. Ma nella realtà l’unica creatura che davvero coincide quasi perfettamente con l’aspetto della coccatrice o del basilisco è, guarda un po’, un dinosauro: archaeopteryx, anche se ormai è noto che molti altri furono i dinosauri di piccole o grandi dimensioni ad essere piumati e dotati di abbastanza piume da farli sembrare quasi dei come rettili alati. Dunque se nel passato sia esistito un rettile simile all’archaeopteryx dotato di un veleno paralizzante, beh, si potrebbe affermare senza alcun dubbio che si tratti di un basilisco o una coccatrice.
Ma le leggende medievali?
Naturalmente se poi sia esistito un rettile del genere in tempi più recenti, che ha avuto un arco vitale piuttosto breve per poterne ritrovare resti o fossili, dando origine alla tradizione del leggendario basilisco, non possiamo escluderlo a priori perché, comunque, le testimonianze del passato su questa creatura, sia prima che durante il Medioevo, abbondano. Pertanto, come stiano davvero le cose resta un mistero.
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!
Debora
Molto approfondito!