
Netanyahu, peggio di un villain?
Quando la realtà del male supera la fantasia
La figura di Benjamin Netanyahu, leader politico tra i più longevi, è al centro di una delle tragedie umanitarie più dolorose della storia recente. La sua premiership si è storicamente allineata alle correnti più violente del sionismo, abbracciando una visione di sicurezza nazionale che ormai tutti sappiamo essere solo un progetto di espansione e prevaricazione a danno del popolo palestinese. Questa politica ha esasperato decenni di conflitto, portando a una situazione catastrofica: la sofferenza del popolo palestinese, intrappolato in un ciclo di violenza, occupazione, e distruzione di vite e infrastrutture. Non si tratta più di un conflitto gestibile, ma di una devastazione senza pari che si accumula di giorno in giorno. Lo Stato della Palestina è diventato un enorme campo di concentramento e il sionismo si sta rivelando una delle ideologie più orrende della storia recente.
Un villain nella realtà?
Il male perpetrato dalla politica di Netanyahu si sta rivelando peggiore di qualsiasi antagonista fittizio. Quello che segue è un confronto tra Netanyahu e alcuni dei villain più iconici del mondo del fumetto e della narrativa cara a noi nerd. Fare un confronto del genere può sembrare irrispettoso, ma da parte mia si tratta di denunciare e riflettere sull’orrore di questo genocidio in atto da 75 anni. Ma che ora sta attuandosi nella maniera più efferata. Sfrutterò il linguaggio della narrativa, per mettere in evidenza come questo male sia a tratti simile e alle volte completamento diverso dagli antagonisti dalla popolare.
Netanyahu VS Joker (DC Comics)

«Dovete ricordare ciò che Amalek vi ha fatto. Lo ricordiamo e combattiamo.», frase proferita per legittimare la prevaricazione con il Bene, quando il Joker resta un onesto araldo del Caos, che vuole solo farsi una risata davanti il Cavaliere Oscuro
Il Joker è uno dei più iconici villain dell’universo DC Comics. Esso rappresenta il caos e il male fine a sé stesso, mosso da una follia ossessiva per il Cavaliere Oscuro.
- Manca di follia, abbonda di calcolo: Il Joker è folle; agisce per l’estasi del momento e per una risata. Netanyahu è lucidamente razionale. Le sue scelte non sono attacchi di delirio, ma calcoli politici di sicurezza nazionale che portano alla negazione della sovranità altrui.
- Il male funzionale: Il Joker distrugge i sistemi; Netanyahu usa i sistemi (l’esercito, il Knesset, il diritto internazionale) per perpetuare il conflitto. Il male anarchico è più facile da sconfiggere, perché è esterno alla struttura; il male politico è peggiore perché sfrutta il sistema.
- Il Bene e il Male: La storia del Joker si scontra con la forza di Batman, che disinnesca molti dei suoi piani malvagi. La prevaricazione del conflitto israelo-palestinese, esasperata dalle politiche di Netanyahu, si deposita e continua, creando generazioni di odio e distruzione. Non c’è catarsi, un Bene che si oppone al Male, solo la continua incapacità del resto dell‘umanità di opporsi a un massacro che dura da più di mezzo secolo.
Il Joker è un male folle, senza una vera intenzionalità, mentre Netanyahu è pienamente lucido e consapeole di ogni sua azione.
Netanyahu VS Kingpin (Marvel)

«Non ci sono ‘innocenti’ [a Gaza].» (Implicazione tratta dalle sue dichiarazioni in diverse occasioni, sebbene la citazione esatta sia spesso attribuita anche al suo Ministro della Difesa Yoav Gallant). Nemmeno Kingpin cadrebbe in un’affermazione così smaccatamente malvagia, sarebbe da lui vista come una cattiva strategia di comunicazione
Wilson Grant Fisk, alias Kingpin, sfrutta la politica e il sistema per portare avanti i suoi piani da villain, per “migliorare New York”, in funzione del suo smisurato ego.
- Fisk può essere smantellato: Per quanto Kingpin sia potente, c’è sempre un Daredevil o un Spider-Man che può strappargli la maschera, sconfiggerlo e mandarlo in prigione, ripristinando momentaneamente l’ordine. C’è la catarsi.
- Netanyahu è la struttura che si rigenera: Il male di Netanyahu non è solo l’uomo; è la politica di potenza che ha messo radici in un conflitto di svariati decenni. Anche se Netanyahu dovesse cadere domani, il sistema di prevaricazione (il sionismo intransigente) e la sofferenza palestinese persisterebbero, perché sono la conseguenza della logica “orizzontale” del sionismo che non può accettare un Dio non prevaricatore.
- Il male funzionale senza risoluzione: Il male di Fisk è finalizzato al suo profitto e al suo ego. Il male di Netanyahu è finalizzato al progetto ideologico e alla sopravvivenza politica, che è un motore di distruzione molto più persistente e meno suscettibile a una “sconfitta finale”. La sua logica non è distruggere, ma rendere eterna l‘asimmetria di potere.
In conclusione, Kingpin rappresenta la corruzione che può essere smantellata. Netanyahu rappresenta la corruzione come funzionamento del sistema, un male senza pathos e senza una fine narrativa, il che lo rende insopportabilmente reale.
Netanyahu VS Lex Luthor (DC Comics)

«Israele deve mantenere il controllo di sicurezza su tutta l’area a ovest del Giordano… per un periodo indefinito.» Nemmeno il Presidente Luthor darebbe tutta questa fiducia allo Stato di Isreale, consapevole di quanto questo gli costerebbe riguardo l’opinione pubblica. Lex non vuole il male di un popolo, ma solo combattere Superman
Lex Luthor, uno dei peggiori villain di Metropolis, ha diversi punti in comune con Netanyahu, essendo anch’esso un uomo di potere, divenuto presidente degli Stati Uniti d’America, eppure i suoi piani malvagi sono di natura ben diversa.
- Luthor ha un codice d‘onore (distorto): Per quanto criminale, Luthor ha una sorta di grandezza tragica; crede sinceramente di salvare l’umanità dall’idolatria aliena. È un villain epico, che ricerca il potere per sé stesso al fine di combattere Superman.
- Netanyahu ha la banalità del consenso: Il male di Netanyahu non è una grandiosa crociata ideologica contro un “super-alieno” (se non in senso retorico contro Hamas/Iran), ma la fredda e ripetitiva gestione del conflitto per ottenere consenso interno e la permanenza al potere. È il male di chi sacrifica la vita altrui e la possibilità di pace (la sofferenza palestinese) non per salvare il mondo, ma per salvare la propria premiership.
Netanyahu è peggiore perché contro un popolo: e la grandezza di Luthor non è ridotta alla politica spicciola e al cinismo elettorale. Non c’è la catarsi della sconfitta di un genio; c’è solo l’estenuante, non-epica persistenza del male politico che si perpetua grazie all’assenza di opposizione di altri potenti. E, nella sua vsione distorta, Luthor non combatte contro l’umanità ma vuole salvara contro il “pericolo alieno”.
Netanyahu VS Darth Vader (Star Wars)

Mentre Netanyahu vuole passare da “buono” nei confronti dell’opinione pubblica (ma ci riesce solo nello Stato di Israele e, in parte, negli USA), dipingendo tutto il mondo che non è d’accordo con lui come “antisemita”, Dart Fener, i Sith e l’Impero sono onesti: siamo dalla parte del Lato Oscuro della Forza
Anakin Skywalker, che diverrà Dart Fener, alla fine, è sottomesso alla speranza e alla catarsi, lo Jedi prescelto che si che si lascia corrompore dal Lato Oscuro della Forza.
- Vader è redimibile; la politica manca di anima: Il male di Vader ha un’anima, un ricordo del bene (Anakin) che permette la sua redenzione finale nell’atto di salvare il figlio. Inoltre Anakin era stato ingannato e plagiato da Palpatine. Quando questa manipolazione, dopo la sconfitta di Luke, diventa palese avviene il trionfo: Anakin ha una redenzione. Il male di Netanyahu, invece, è il male della struttura politica e del cinismo sistemico. Non c’è un’anima da salvare; il suo male è burocratico, freddo e si rigenera anche se avvenisse una sua eventuale caduta.
- L‘epica contro la banalità: Dart Vader è un’icona tragica; il suo male è di portata galattica. Netanyahu è l’uomo politico che lotta per rimanere in carica. Il suo male è peggiore non per la sua grandezza, ma per la sua banalità. La distruzione nella Striscia non è un’epica battaglia tra la Luce e l’Oscurità, ma l’inevitabile conseguenza della prevaricazione umana e dell’incapacità di accettare il Bene.
- Il male che non finisce: La sconfitta dell’Impero dopo la redenzione di Anakin porta alla fine del Male. La caduta di Netanyahu non porrebbe fine al ciclo della violenza. Il suo male non è la causa, ma il sintomo di un fallimento umano più profondo.
Dart Vader è l‘incarnazione romantica del male redimibile; Netanyahu incarna la tragedia non-romantica del male che non ha fine.
Netanyahu VS Lord Voldemort (Harry Potter)

Netanyahu non cerca la catarsi (la fine del conflitto o il raggiungimento di un fine personale), ma il congelamento della crisi in un‘asimmetria di potere eterna. Da questo punto di vista, nemmeno Voldemort è così spietato
Voldemort è uno mago che si lascia corrompere dal potere è che diventa il Signore oscuro per epurare la razza dei Maghi dai sanguemarcio, anche se il suo vero scopo è l’immortalità.
- Voldemort è finito; il conflitto si deposita: Il male di Voldemort è legato alla sua anima frammentata e può essere sconfitto distruggendo gli Horcrux e lui stesso. La sua sconfitta porta alla catarsi nel mondo dei Maghi. Il male di Netanyahu è legato a un sistema che non ha Horcrux da distruggere. Il male della prevaricazione e della sofferenza palestinese si deposita in cicli di vendetta e ricostruzione, senza risoluzione.
- Il male con un obiettivo trascendente: Voldemort vuole l’immortalità; un obiettivo metafisico e di eternità, per quanto oscuro. E vuole plasmare la società dei Maghi secondo la sua volontà. Netanyahu vuole il mantenimento del potere e l’espansione territoriale. I questo i due si assomigliano, perché hanno intenti simili.
- Il tradimento dell‘Eletto: Voldemort è l’esempio del male come tradimento personale del potenziale (Tom Riddle). Netanyahu è l’esempio del male come tradimento sistemico degli ideali di convivenza e giustizia, mascherato da virtù, mentre Voldemort non ha nessun interesse nel giustificare le proprie azioni malvagie.
In conclusione, Voldemort è la tragedia dell‘individuo che rifiuta la morte e che vuole dominare il mondo dei Maghi. Netanyahu è la tragedia della collettività che rifiuta la verità, un male senza la dignità dell’epica, e per questo infinitamente più insidioso.
Netanyahu VS Quar (DC Comics)

«Dovete ricordare ciò che Amalek ha fatto a voi, dice la nostra Sacra Bibbia. E noi ricordiamo… I nostri coraggiosi soldati e combattenti, che sono ora a Gaza… si uniscono a questa catena di eroi ebrei… per un obiettivo supremo: sconfiggere completamente il nemico omicida e garantire la nostra esistenza in questo Paese.» Nemmeno Quar avrebbe avuto una tale risolutezza nel denigrare un popolo come “nemico omicida”, quando a morire sono soprattutto i palestinesi!
Quar il kryptoniano che vuole dominare la Terra e trasformarla nella nuova Krypto, perché è consapevole della superioità razziale del suo popolo rispetto ai Terrestri.
- L‘onestà del male epico: Il male di Quar è chiaro, è l’invasore, la minaccia esterna e assoluta di una razza suprema. L’eroe sa chi combattere e il lettore ha la chiarezza morale. Il suo destino, la sconfitta per mano degli eroi, è la catarsi finale che conclude il racconto.
- L‘ipocrisia del male reale: Mentre Quar è onesto e si dichiara superiore ai terrestri (nei fatti lo è per davvero superiore a noi terrestri), il male di Netanyahu è peggiore perché si maschera da virtù e autodifesa. Non è l’invasore alieno, ma il leader legittimamente eletto che usa la retorica per disumanizzare il nemico (come con l’uso del termine “Amalek“) e giustificare la sofferenza palestinese. Questo male è più insidioso perché non è un attacco alla civiltà, ma una corruzione della civiltà stessa.
- Il ciclo che non si spezza: Quando Quar è sconfitto, la Terra è salva. Quando Netanyahu (o un leader simile) crolla, il male strutturale del conflitto e dell’ideologia resta. Non c’è un trionfo finale, perché il problema non è la persona, ma la logica orizzontale della prevaricazione umana sionista e americana.
Netanyahu e Quar sono simili, ma quest’ultimo afferma i propri intendi malvagi fin dall’inizio, senza mascherarli attraverso il vittismo.
Conclusione
Sfruttando la cultura nerd del fumetto e della narrativa, abbiamo confrontato Benjamin Netanyahu con il pantheon del male fittizio —dall’anarchia del Joker e l’ego di Lex Luthor, la caduta tragica di Darth Vader al desiderio d’immortalità di Voldemort, fino all’ideologia razziale di Quar. La conclusione è chiara e agghiacciante: il leader politico di questo tipo è peggiore di ogni villain di fantasia, non per la grandezza mitologica delle sue azioni, ma per la loro agghiacciante, burocratica banalità.
Il male del fumetto e della narrativa ha un’anima (anche se corrotta), un pathos e, soprattutto, una catarsi finale che conclude la storia. Che sia la sconfitta di Voldemort o la redenzione di Darth Vader, il racconto offre una risoluzione del conflitto. Il male incarnato da Netanyahu e dal sionismo intransigente, al contrario, è un male strutturale che si maschera da vittima per perpetuare la prevaricazione. Contro questo male, la risposta non può essere la vendetta. Restituire il male con il male non fa che alimentare un ciclo infinito di dolore, che si rigenera sotto nuove bandiere e con nuovi nomi, di secolo in secolo. Ogni atto di violenza compiuto in nome della giustizia diventa a sua volta seme di nuove violenze, fino a trasformare vittime e carnefici in ruoli intercambiabili.
Gli eroi dell’epica lo hanno sempre saputo: la vera forza non è nella vendetta, ma nella fedeltà a un bene superiore, nell’affidarsi a qualcosa di più alto dell’uomo stesso. Solo riconoscendo che la forza non è nella violenza e nella vendetta, ma nella capacità di interrompere questo ciclo, solo così l’uomo potrà sperare di prevalere. Il male, altrimenti, continuerà a cambiare maschera e a tornare. È questo il consiglio di KeyNerd: scegliere la via che non alimenta l’oscurità, ma la disarma, aprendosi a una forza più grande del male stesso. Affidarsi, come gli Eroi dell’Epica, a un Bene superiore.

Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!