“L’attacco dei Giganti”: perché il finale non convince
Un’analisi sul finale dell’opera di Ysayama
L‘attacco dei Giganti è uno degli dark fantasy più seguiti, amati e discussi di sempre. Apparentemente di genere post-apocalittico, scritto e disegnato da Hajime Isayama, pubblicato in Giappone tra il 2009 e il 2021. L’edizione italiana è stata pubblicata da Planet Manga e anch’essa si è conclusa.
Tuttavia, molte persone invece di leggere il manga hanno preferito seguire l‘anime ancora in corso, facilmente reperibile su diverse piattaforme streaming, Netflix inclusa.
Il solito problema dei dark fantasy…
I dark fantasy hanno segnato la narrativa, influenzando profondamente opere successive addirittura nell’ambito sia videoludico che letterario. Come non citare Berserk e Bastard!!, due dei dark fantasy più iconici tra i manga. Tuttavia, molti dark fantasy che hanno fatto storia, sia nel fumetto che nella letteratura, come il noto Game of Thrones, hanno avuto problemi nell’incapacità di offrire una risoluzione esaustiva e coerente.
Perché questa difficoltà nel chiudere un racconto dark fantasy?
Le ragioni sono diverse… un po’ legate alla difficoltà di creare da zero una “cosmologia” coerente, che rispetti le premesse necessarie per arrivare a una risoluzione della storia – come previsto in tutti fantasy molto ben strutturati. Anche L’attacco dei Giganti sembrerebbe l’ennesima opera che si fa forte di un’ambientazione cupa, violenta, suggestiva e misteriosa… Ma che, sul molti aspetti, inconsistente rispetto una risoluzione capace di portate il racconto alle sue estreme conseguenze logiche.
Perché non c’è fine a questo ciclo di odio?
Eh, la solita domanda che ricorre nel dark fantasy… e non solo in quello! Eren già dal primo volume/episodio si pone questa domanda esistenziale dopo la morte della madre. E se la porrà ancora e ancora per tutta la storia. Mikasa farà qualcosina di più… mettendo in discussione la violenza insita nella natura, dove il più forte prevarica e uccide il più debole, in un ciclo di violenza che sembra vada al di là dei problemi meramente umani. Ma, trattandosi di una domanda filosofica ancora più complicata, Isayama la eluderà fino alla fine…
Dunque, soffermandoci sui personaggi principali, cerchiamo di capire perché il finale de L‘attacco dei Giganti non è riuscito a soddisfare tutti i lettori del manga.
La vendetta di Eren Jaeger
Così (male!) reagisce Eren alla morte della madre… Sarà mosso dalla vendetta, anche se con il passare del tempo maturerà e si renderà conto che, nonostante il mondo faccia schifo, lui ha delle persone care da proteggere a ogni costo. In questo Eren è il solito protagonista da “shonen”, almeno nel movente iniziale. Ma quando attaccherà Marley, sporcondosi le mani e ottenendo la sua vendetta, maturerà l’idea di risolvere il problema alla radice…
La discente di Ymir: Historia Reiss
Historia, a partire dalla seconda stagione, diventa un personaggio molto importante per lo sviluppo della storia, specialmente rispetto al suo rapporto onesto e sincero con Eren. Infatti, Historia ha la responsabilità di essere l’unica erede al trono capace di opporsi al comando mentale retroattivo dell’ultimo re Frizt. L’unica che può proteggere la gente di Paradise. Peso ancora più grande per Historia è quello di essere l’ultima discendente diretta della dea Ymir. Diverrà regina proprio per amore della sua gente. Il suo dichiararsi una “ragazzaccia”, pronta a distruggere l‘umanità, è soltanto un espediente per aiutare Eren a uscire dal vittimismo in un momento topico della storia.
L’attacco dei Giganti: salvare qualcuno… che poi ti distrugge il mondo!
Eren e Historia… condividendo lo stesso peso, finiscono per avvicinarsi e capirsi. Tutto questo probabilmente non era nell’idea iniziale di Isayama, come vedremo a breve. Essendo troppo kuudere e meno complesso come personaggio, Mikasa non era considerata come la partner ideale per Eren da una buona fetta dei fan de L’attacco dei Giganti. Tuttavia, che vi piaccia o no, per Isayama L’attacco dei Giganti doveva rispettare la regola dei tre protagonisti… presente in fin troppi manga! Ovvero, a prescindere da come la storia potrebbe svilupparsi, tutto deve ruotare sui tre ragazzini di turno: lo scemo, l’intelligente e la gnocca.
Historia, oltre alla sua relazione con Eren, è l’unico personaggio con evidenti parallelismi con la fondatrice Ymir. Ma alla fine, come visto nel manga, Isayama esclude Historia, che rimane incinta di un contadino che un tempo la bullizzava… solo per poter procreare un altro erede capace di controllare il Gigante fondatore. In pratica, Historia sembra fare la stessa finaccia della povera Yimir, figliando a forza con un uomo che un tempo la prevaricava pure!
Ma Eren non nutriva affetto per Historia?
Hanji dirà pure che lui non può rinunciare a Historia! E molti, dopo questa dicharazione di Hanji, avevano creduto che fosse stata chiarita una cosa: “piuttosto che far penare la mia Historia distruggo il mondo!” Stolti! Eren è immune al fascino delle belle ragazze, lui ha occhi solo per i nudi Giganti…
Un salvatore?
Eren non è il salvatore e ne può farsi carico di salvare il mondo. Così gli ha fatto comprendere Historia quando lo salvò dalla famiglia reale. Smentire questa premessa, significa rimangersi interi capitoli della storia… In quel momento, in cui Eren era incatenato come vittima sacrificale, Historia sembrava quasi la dea Ymir che voleva spezzare le catene dei suoi discendenti. L’incredibile somiglianza tra Historia e Ymir, come scritto sopra, lasciava presagire ben altre soluzioni più interessanti per il finale.
Tuttavia, viene chiamata in causa la determinazione conferita dal Gigante d‘attacco che unita ai poteri del Gigante fondatore, inducono Eren a non fermarsi, portandolo ad architettare un piano machiavellico che trascende il tempo e lo spazio. Poi se tale piano abbia un senso, è un altro paio di maniche…
Nessuno mette in dubbio la validità dell’intreccio narrativo creato da Isayama, ma alcune cose restano poco convincenti… e il finale, nel suo complesso, ha lasciato non pochi lettori spiazzati, perché inadeguato rispetto alle domande che lo stesso Ysayama aveva posto con gran parte dei personaggi.
La proposta di Zeke Jaeger
Eren verrà così messo di fronte a una scelta dal fratellastro Zeke: prendere il possesso del Gigante fondatore per provocare l’estinzione degli Eldiani. Cioè, tutti i discendenti di Ymir non potranno avere figli. Per quanto sia una scelta del cavolo, bisogna ammetterlo, è l’unica indolore. Zeke non è un santo, ma è mosso dalla disperazione e dai sensi di colpa. Zeke, diversamente da Eren, non pretende la fine del male, ma vuole far scomparire uno dei problemi del mondo: i Giganti! Analizzando il punto di vista di Zeke, quel che propone ad Eren è davvero il male minore. Però nella mente di Eren le cose funzionano un po’ diversamente…
Dilemmi morali, mal vissuti e… affrontati peggio!
Cercando di semplificare il discorso al massimo, Eren è così messo di fronte a tre scelte. In realtà sarebbero più di così, ma non abbiamo abbastanza spazio per elencarle tutte!
- Opzione eutanasia: Gli Eldiani non fanno più figli, così avrà fine la stirpe di Ymir. Eren questa opzione la esclude, perché… boh, ancora oggi ce lo chiediamo un po’ tutti. Se fosse stato il padre del figlio di Historia il suo netto rifiuto avrebbe avuto un senso, tanto lui con il potere dei Giganti ha solo altri tre anni da vivere. Ma non avere più alcun futuro per suo figlio è qualcosa di sufficiente a fargli aberrare la proposta di Zeke. Tuttavia, Historia non è incinta di Eren… e, ancora oggi, mi chiedo perché Armin ridesse così sguaiatamente davanti la rivelazione di Yelena.
- Opzione Boato della terra come deterrente: Nessuno attacca nessuno, ma si fa vedere al mondo cosa può fare il Boato della terra qualora le forze nemiche attacchino Paradis. Questo avrebbe dato tempo agli Eldiani di portarsi allo stesso livello tecnologico delle altre nazioni. Non sarebbe stata una soluzione definitiva, ma avrebbe permesso un periodo di pace, in un mondo dove la guerra c’è con o senza i Giganti.
- Opzione distruggiamo tutto: Eren decide di compiere un “sacrificio”, diventando il cattivo o seguando la sua vera natura…? La totale distruzione di Marley e di molte nazioni del continente è il “male minore”, perché così Mikasa sarà costretta a ucciderlo, superando il limite del condizionamento mentale imposto agli Ackerman (?). Perché proprio Mikasa? Beh, è la più forte! E, più importante, fa parte del trio!
Il punto di vista di Armin Alert
Armin convicerà Zeke che l’esistenza ha un significato anche nell’assurdità di una vita finalizzata alla sopravvivenza della specie, permettendo alcune riflessioni importanti che avrebbero potuto essere determinanti per un finale volto al trascendente. Infatti, si rivela altrettanto efficace la morte di Hanji che si ritroverà accolta da tutti suoi compagni caduti in guerra.
I sentieri… che unisco i discenti di Ymir!
Negli ultimi capitoli la storia diventa corale: buoni e cattivi, sono tutti uniti nel cercare di fermare Eren dal compiere un massacro planetario. Salgono le aspettative dei lettori, soprattutto rispetto ai molti interrogativi che ruotano su quale sia il significato della scelta del protagonista di perpetrare un genocidio senza precedenti, solo per costringere i suoi compagni a ucciderlo. Con la morte di Eren sarà, così, possibile fermare definitivamente Ymir. Lei non è né una dea nè una strega al servizio del diavolo. Il misterioso essere vivente che le ha donato un potere spaventoso, legando a sé tutta la sua stirpe, in un luogo a metà strada tra la vita e la morte, resta avvolto nel mistero, senza spiegazione alcuna… tanto per cambiere! XD
In realtà Ysayama si lascia sfuggire l’unica soluzione possibile per la domanda ricorrente de L’attacco dei Giganti:
Come fermare il ciclo di violenza e odio?
È proprio quel Sentiero, fatto di esperienze condivise tra i discenti di Ymir, ad offrire una possibile risposta: è l’empatia, la comprensione del dolore altrui l’unica cosa capace di fermare il ciclo di odio che devasta le vite umane. Invece il Sentiero verrà considerato come un “problema”, un espediente per sfuggire alla morte. In pratica, Ysayama non ha avuto le idee chiare su cosa realmente stesse raccontando in quel frangente…
Eren ci fa o ci è?
Siamo così arrivati al finale vero e proprio, dove si scopre che tutto è, in realtà, un piano architettato da Eren per uccidere buona parte della popoazione mondiale!
Il movente?
Per salvare Paradis e/o per salvare Ymir… Le due cose si alternano, in base a come fa comodo a Ysayama. Il potere dei Giganti sembra perdurare, a detta di Eren, perché Ymir non riesce a ribellarsi dagli scellerati ordini del re Frizt. Il nonsense del finale de L’attacco dei Giganti, dove Mikasa amerebbe Eren in modo analogo, schiava di un sentimento derivato da Ymir, con una simile condizione affettiva patologica non regge affatto come spiegazione né per giustificare la schiavitù della dea, con la conseguente presenza dei Giganti in duemila anni di storia.
Eren, a suo dire, sacrifica buona parte degli esseri umani del pianeta soltanto per liberare un donna affetta da un estremo caso di dipendenza affettiva?! XD
È davvero questo il finale de L’attacco dei Giganti?
Sì, un finale un po’ brusco, che arriva nel bel mezzo di un combattimento epico, interrotto da una spiegazione che spiazza, ad alcuni delude e appare come un pretesto per chiudere una narrazione che Ysayama non sapeva più controllare. O non aveva più il coraggio di portare avanti fino in fondo.
Eren lo farà notare a Zeke, è sempre stato… uno psicopatico! Così, tutto portava verso quella direzione… soprattutto perché non c’era nient’altro che giustificasse un folle genocidio! La violenza insensata di Eren è dunque, anch’essa, una patologia. Eren è rotto o irrecuperabile, al medesimo modo di Ymir. Ma questo sarebbe stato un finale che richiedeva coerenza e coraggio, entrambe venute meno…
Conclusione: capitolo 139
L’ambiguità del capitolo 139 sarà il colpo di grazia: l’umanità continua a riprodursi, a distruggersi per sopravvivere ai propri simili, fino ad arrivare ad un mondo post-apocalittico che ci conduce alla stessa identica scena di Ymir che entrò nell’albero abitato dall’inquietante entità che diede vita ai Giganti.
L’ambiguità del finale verrà ritrattata, i Giganti forse sono stati davvero estirpati dall’umanità. Ma non si è risolto alcunché: la guerra continua, Ysayama stesso farà notare che i sopravvissuti continueranno ad avercela a morte con gli Eldiani. Dunque, l’aver eliminato una buona fetta della popolazione del continente per salvare Paradis o aiutare Ymir a fare un percorso di psicoterapia, non è affatto un finale soddisfacente!
PS: Un omaggio a CARTONI MORTI, per il video geniale dedicato al finale de L’attacco dei Giganti!
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!
Neetboy77
Concordo con questo articolo. Ci sono tante altre cose che lasciano a desiderare sul finale di questa serie. Una fra tutte è l’assurdo dialogo di Eren bambino che svela a Mikasa e Armin quanto in realtà lui sia buono e altruista, un timidone, tanto innamorato della sorellina adottiva… Ma fa finta di essere frigido e matto come un cavallo per il suo “bene”. L’autore non inquadra la personalità di Eren e si ritrattato innumerevoli cose solo per inventarsi a tutti i costi un finale che faccia apparire il protagonista il più bravo ragazzo di tutti! Bleah!
Paolo
È un finale che ha lasciato insoddisfatto anche me. Si poteva osare di più, almeno nella parte in cui si spiega l’origine dei titani. Non condivido del tutto il discorso su Historia. Per me va bene che Eren si scopra innamorato di Mikasa, ma andava fatto svariati capitoli prima!
Silvia Clears
Che schifo di finale! Non rispetta nessuna regola che sta alla base della narrativa. Poi, dico, ma Historia si fa lasciare incinta dal primo che capita… forse perché Eren è un idiota? L’autore poteva almeno metterla da parte, lasciandole un po’ di dignità…
Daniela
La mia è semplice l’ultima parte non esiste,preferisco considerarla un opera incompiuta.
Alex Pac-Man
Sì, ero meglio se restava incompiuta… Desicamente, lo avrei preferito anch’io!
Jojo
Finale perfetto per questo anime se sei un vero fan della serie non puoi che amarlo
Carmine
Boh il finale è coerente con la storia, Eren ha fatto quello che ha fatto per porre fine all’esistenza dei giganti, la stessa cosa che voleva fare Zeke però non sacrificando gli eldiani 🤷♂️. Che c’è di difficile da capire? Non vi piace che il finale sia ambiguo? Non vi piace che ci sia sempre guerra? Non piace che il mondo non è in pace con gli eldiani? Beh queste non sono favole che raccontate ai bambini per farli addormentare. Eren non è morto da eroe, lo stesso Armin dice che ha fatto un errore nella scelta del genocidio, giustamente sono amici di infanzia che credono che Eren sia diventato il male assoluto per salvare loro… Avrebbero dovuto rinnegare questo suo desiderio? Boh capisco che sarebbe potuta andare diversamente, ma a quel punto sarebbe stato un altro manga.
Alex Pac-Man
Si chiama coerenza: Se Eren era davvero rimasto buono e altruista non avrebbe sterminato l’80% dell’umanità… per nessuna ragione al mondo! Rimangono altre possibilità che Eren ignora per forzare la mano su di un finale che, piaccia o no, non è coerente con la psicologia dei personaggi. Se Eren si fosse rivelato un pazzo fuorioso, sarebbe andata bene così. Ma far passare Eren per un eroe, uno che sotto sotto è buono, perché “costretto” a commettere un genocidio planetario in un mondo dove con o senza i Giganti se le danno tutti sempre di santa ragione, non ha alcun senso. C’erano mille modi per gestire il finale diversamente. In ogni caso, l’autore non riesce nemmeno a mantenersi corente con il tema ricorrente della narrazione: perché il mondo è indissolubilmente legato alla violenza e alla prevaricazione? La risposta Isayama non la darà mai… è filosoficamente incompetente!