Damsel – Recensione
La storia di San Giorgio e il drago, da un punto di vista… femminile?
Damsel è un film fantasy diretto da Juan Carlos Fresnadillo. Si tratta di una produzione Netflix, uscita per il 2024, forte del carisma di Millie Bobby Brown.
La leggenda di San Giorgio e il drago
San Giorgio e il drago è una delle leggende più note riguardo le antiche storie che hanno per antagonista un drago. Sì, perché il drago è sempre stata una delle creature leggendarie più suggestive di sempre. Non è possibile realizzare un fantasy degno di nota senza la figura del drago. E moltissimi sono i film nati per sfruttare tale suggestione, a partire da Il drago del lago di fuoco: un film diretto da Matthew Robbins e prodotto dalla Paramount Pictures e dalla Walt Disney Productions. Fu il primo film che portò sul grande schermo un drago con la tecnica Go-motion. Ne seguiranno tanti altri, ma la maggior parte sfrutteranno il medesimo concept: la leggenda di Giorgio, il martire cristiano, noto uccisore di draghi. Anche capolavori della letteratura come Lo Hobbit partono dalla medesima idea di fondo.
Un film Girl Power?
La paura di provare a rientrepretare una storia da un punto di vista femminile è sempre la stessa: l‘incubo dell‘ideologia girl power, uno dei mali che più affligge le sceneggiature dei film e dei telefilm degli ultimi anni. La principessa Elody risulta una ragazza un po’ troppo perfetta, che mantiene la sua femminilità solo a tratti. Sia chiaro, Elody non è del tutto un Conan il barbaro in gonnella, anche se nella parte che anticipa il climax si strappa il vestito da principessa e si trasforma una eroina veterana, ammazzadraghi.
Proprio come nella leggenda di San Giorio e il drago, Elody è una principessa data in sposa al regno di Aurea. In realtà, si tratta solo di un pretesto per permettere al suddetto regno di offrire all‘ultimo grande drago un sacrificio di tre fanciulle che ne tenga a freno la ferocia. Ma dietro a tutto questo c’è dell’altro…
Damsel: una storia dove c’è spazio per l’empatia?
Sì, è questo che rende un po’ diversa Elody dal solito ammazzadraghi di turno, ma soltanto nella parte che precede di poco il finale della narrazione. Elody farà quanto in suo potere per sopravvivere all‘implacile ira del drago. Ma proprio sul più bello sarà la sua “empatia” a cambiare il corso della storia, portando Damsel a un finale forse un po’ controverso, però quanto meno diverso dagli altri film a base di draghi. Senza fare spoiler, il personaggio di Elody non si discosta troppo dalle solite eroine gilr power, però la sua capacità di vedere le cose da un punto di vista più empatico, almeno nel climax, in minima parte la salvano. L’antagonista è, non a caso, un’altra donna: la regina Isabelle del regno di Aurea, che invece aderisce ai cliché dell’ideologia girl power. Lei è forte e cattiva per colpa degli errori degli uomini che l’hanno preceduta. Dunque i soli antoginisti quali suoni? Eh, tutto il genere maschile…
Il drago, come da tradizione, rappresenta le paure inconscie che l’uomo nutre nei confronti dell’ignoto. Ma diversamente dalle leggende a base di ammazzadraghi, Elody scopre che oltre la paura spesso si cela ciò che non conosciamo del nostro prossimo.
Conclusione
Damsel si rivela un bel film, visivamente spettacolare, con un’ottima messa in scena. La trama è semplice, ma funziona quanto basta, anche se non del tutto scevra dall’ideologia girl power. La protagonista è resa bene grazie all’ottima interpretazione di Millie Bobby Brown. Un film fantasy godibile e non del tutto scontato. Non si tratta di un capolavoro. Anzi, tutt’altro, ma sufficiente per chi ama i film fantasy a base di draghi. ★★★
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!