Karakai jozu no Takagi-san – Recensione
Chi ti punzecchia… ti ama!
Karakai jozu no Takagi-san (“L’abile stuzzicatrice, Takagi”) è un manga shounen di Sōichirō Yamamoton, serializzato nel 2013 che ha venduto oltre sei milioni di copie e ha visto una trasposizione anime nel 2018, dovuta in parte all’accolglienza dei lettori che in un sondaggio condotto online dal sito web Anime! Anime! ha spinto per una realizzazione animata uscita nel 2018. Ne sono seguite due stagione da 12 episodi ciacuna e un OAV, più un terza stagione uscita agli inizi del 2022. Sempre nello stesso anno è previsto un lungometraggio per il periodo estivo che sarà dedicato al sequel di “Karakai jozu no Takagi-san”. Tuttavia, non avendo ricoperto tutta la storia presente nel manga, non è da escludere un’eventuale quarta stagione dell’anime o un sequel tramite movie e/o OAV. In Italia sono state doppiate le prime due stagioni ed è prevista l’uscita del manga entro i prossimi mesi.
Strane forme di affetto…
La storia di Karakai jozu no Takagi-san ruota attorno al rapporto di amicizia tra due compagni di classe delle scuole medie: Takagi e Nishikata. La prima è una ragazzina piuttosto graziosa, intelligente, scaltra e molto consapevole per la sua giovane età che si diverte a prendere in giro il secondo, ovvero l’ingenuo compagno di classe Nishikata. Infatti se Nishikata è indubbiamente un ragazzino delle medie a cui interessano principalmente manga, videogiochi e competizione. E non sembra nutrire interesse per il gentil sesso, al contrario Takagi prova un certo interesse per il compagno di classe. Per questo motivo ama prenderlo in giro in tutti i modi possibili, mettendolo costantemente in imbarazzo.
Il rapporto tra i due ragazzi comincia quando si ritrovano compagni di banco all’inizio delle scuole medie e vede Takagi prendere in giro Nishikata con scherzi, giochi e sfide che quest’ultimo non riesce mai a vincere. Lo svantaggio di Nishikata sta proprio nella mancanza di consapevolezza tipica per i ragazzini della sua età, che non riescono a comprendere i propri sentimenti. Nonostante Nishikata sia attratto da subito dall’amica, il suo rapporto con lei è pressoché basato sul desiderio di rivalsa, ostacolato dal crescente imbarazzo che non riesce a nascondere alla rivale Takagi.
Se inizialmente, nella prima parte della storia, tra Nishikata e Takagi c’è un rapporto di sincero affetto e rivalità, con il passero del tempo la ragazza si innamora del compagno di classe. E il suo punzecchiarlo ha il solo scopo di portare quest’ultimo ad ammettere i propri sentimenti per lei. Nishikata però è ancora profondamente immaturo e dovrà fare un lungo percorso prima di rendersi conto di quello che realmente prova per Takagi.
Uno slice of life in tutto e per tutto
Anche se la componente ironica e sentimentale è ben resa, Karakai jozu no Takagi-san è soprattutto uno slice of life apparentemente privo di uno sviluppo della trama, dove oltre alla quotidianità dei due protagonisti è ben presente anche quella dei loro amici e compagni di classe. I capitoli del manga o gli episodi dell’anime si alternano secondo una formula ben precisa: la solita sfida tra Nishikata e Takagi, dove quest’ultima ne esce sempre vincitrice, alternata da una situazione comica delle sue compagne di classe Mina, Yukari e Sanae oppure dagli amici di Nishikata Takao e Kimura. In realtà sono molti altri i compagni di classe di Nishikata e Takagi, tutti molto ben caratterizzati e funzionali alla storia. Tra questi spiccano in particolare modo Nakai e Mano, che a differenza di Nishikata e Takagi escono da subito dalle dinamiche dei loro coetanei, mettendosi insieme e offrendo ai due protagonisti l’idea su di una possibile evoluzione sentimentale del loro rapporto.
Tuttavia ciò che tiene incollati e che, al di là dei limiti che caratterizzano questo genere, rende molto coinvolgente Karakai jozu no Takagi-san è l’evoluzione del rapporto tra Nishikata e Takagi, tanto da portare alle lunghe anche alla rottura della formula iniziale, con interi episodi dedicati allo sviluppo amoroso dei due protagonisti come in qualsiasi altro shōnen sentimenale.
Il migliore del suo genere?
Sia il manga che l’anime godono di una qualità grafica di tutto rispetto. Inoltre, la una narrazione non è mai scontata, nonostante il genere a cui appartiene Karakai jozu no Takagi-san. L’anime ha anche delle graziose colonne sonore, non troppo elaborate. Ma indubbiamente azzeccate e gradevoli, con una sola opening ad aprire gli episodi e diverse ending tutte ben riuscite.
Personalmente non amo particolarmente i slice of life. Tuttavia, Karakai jozu no Takagi-san è riuscito a ritagliarsi un vasto pubblico per la sua componente sentimentale molto efficace nonostante il lento sviluppo narrativo che caratterizza questo genere. Non avvengono radicali cambiamenti nel rapporto tra Nishikata e Takagi. Ma capitolo dopo capitolo è piuttosto evidente una maggior consapevolezza riguardo ciò che l’uno prova per l’altra, rendendo tutte le vicende piuttosto coinvolgenti.
Conclusione
Karakai jozu no Takagi-san, da noi tradotto Non mi stuzzicare, Tagaki!, spicca per la narrazione divertente e fresca, che trasuda allegria e spensieratezza. Non ci saranno mai momenti particolarmente comici o tristi. Ma la dolcezza e la genuinità dei sentimenti esposti con grande delicatezza vi faranno affezionare sia a Nishikata che a Takagi. Se a questo si aggiunge una resa grafica notevole e, per la versione anime, sigle e colonne sonore molto piacevoli, con tanti personaggi che risultano simpattici e ben riusciti, si può dire senza ombra di dubbio che Karakai jozu no Takagi-san si rivela uno dei migliori slice of life di sempre. Per questo merita il pieno dei voti: ★★★★★! Ma, sia ben chiaro, è pur sempre uno slife of life con tutti i limiti di questo genere. Dunque, non aspettativi colpi di scena o chissà quale progressione psicologica dei personaggi. Sono bel altri i suoi punti di forza…
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!