leggende metropolitane giapponesi

Le più spaventose leggende metropolitane giapponesi

5 leggende metropolitane che vi faranno rabbrividire

 

La cultura, Il folclore e le tradizioni mitologiche giapponesi, suscitano sempre un grande fascino per noi occidentali. Si dice che il Giappone possiede un numero di leggende superiori a qualsiasi paese occidentale e questo vale anche per le cosiddette leggende metropolitane.

Le leggende metropolitane giapponesi sono una fusione di favole contemporanee, che parlano di creature paranormali e dei loro attacchi, spesso violenti contro gli esseri umani. Queste leggende possono narrare anche di storie e personaggi privi di poteri sovrannaturali, ma che fanno parte della cultura di massa.

 

Se vi piacciono le leggende e volete sapere di più  sui Yōkai, gli strani esseri della mitologia giapponese leggete anche l’articolo: “Yōkai e Yūrei: mostri e spiriti della mitologia giapponese.

 

Ma desso tenetevi forte perché stiamo per raccontarvi 5 leggende metropolitane giapponesi davvero terrificanti!

 

Indice

 

 

  1. LO SPOT MALEDETTO DELLA KLEENEX
  2. TOIRE NO HANAKO-SAN, LO SPIRITO DELLE TOILETTE
  3. AKA MANTO, LO SPIRITO DELLA CARTA IGIENICA
  4. L’INFERNO DI TOMINO: LA POESIA MALEDETTA
  5. LA LEGGENDA DI TEKE TEKE, LA RAGAZZA CHE CORRE SUI GOMITI

 

 

 

1 – Lo spot maledetto della Kleenex

 

Si sa, i spot pubblicitari giapponesi sono sempre molto bizzarri, ma quello della kleenex girato nel 1986 risultò talmente inquietante, tanto da essere considerato maledetto.

 

Ma Scopriamone tutti i motivi!…

 

Per promuovere i fazzoletti di carta al mercato giapponese, la Kleenex aveva creato tre spot con protagonista una donna, che indossava una toga bianca e un bambino mascherato come un Oni, cioè un demone tipico della mitologia giapponese. Entrambi i personaggi erano seduti su una balla di fieno, con una scatola di Kleenex davanti.
Ogni annuncio aveva come sottofondo musicale il brano “ it’s a Fine Day” di Jane & Barton.

 

leggende metropolitane giapponesi

L’immagine ‘maledetta’ in questione…

Molti spettatori trovarono lo spot inquietante, alcuni arrivarono perfino a sostenere che la canzone era molto simile a un vecchio brano popolare tedesco, le cui parole contenevano una sorta di maledizione, sebbene il brano fosse cantato in lingua inglese.

 

Secondo la leggenda molti dettagli del video, così come le note della canzone cambiavano in base all’orario della giornata. Dopo la mezzanotte, addirittura, alcuni giurarono di sentire la voce della cantante divenire rauca come quella di una strega.

 

Per alcuni inoltre lo spot conteneva messaggi subliminali, che portavano alla follia, o a commettere atti violenti.

 

Dopo una miriade di lettere di protesta lo spot venne ritirato. Tuttavia, questo non impedì di far nascere storie inquietanti sullo staff di produzione e sui due attori coinvolti. Si diceva infatti che tutti i membri dello staff fossero morti uno dopo l’altro, a causa di sfortunati incidenti, o a seguito di gravi malattie, e che il bambino mascherato da demone fosse morto per un’insufficienza renale. Addirittura molti sostennero che la donna fosse impazzita dopo aver partorito un bambino deforme, e per questo motivo venne rinchiusa in una clinica psichiatrica.

 

Ma questa ovviamente è solo una leggenda! Le voci sulla morte del bambino e sui membri dello staff non sono mai state confermate, mentre l’attrice Keiko Matsuzaka non ha mai partorito un bambino deforme, né tantomeno è stata rinchiusa in una clinica psichiatrica.

 

Il turbamento avvertito da molti spettatori era dovuto al fatto che la donna nello spot si chinava per baciare il bambino demone, che per molti giapponesi era visto come un atto di sottomissione a una figura demoniaca.

Ma perché per promuovere i fazzoletti era stato scelto un bambino mascherato da demone?

L’idea era stata semplicemente ispirata dalla popolarissima serie animata “Lamù”, che aveva debuttato da poco sulle emittenti televisive giapponesi!

lo spot maledetto della kleenex

Il bambino, infatti, con il corno sulla testa, i capelli verde-azzurri e il costume tigrato era un chiaro riferimento al personaggio di Ten in cuginetto della protagonista Lamù.

Se avete il coraggio di guardare lo spot e non temete di impazzire trovate il video qui sotto!

 

 

2 – Toire no Hanako-san, lo spirito delle toilette

 

Dovete sapere che le leggende metropolitane giapponesi ambientate all’interno di una toilette sono numerosissime. E quella Toire no Hanako-san, “Hanako-san della toilette” è la più famosa. Questo nasce dalla credenza che gli spiriti dei defunti, se presenti in casa, o in luogo pubblico, si rintanino sempre nella stanza più piccola, che nella maggior parte dei casi è il bagno.

 

La leggenda narra di una bambina di nome Hanako il cui fantasma infesterebbe le toilette femminili delle scuole giapponesi. Ogni scuola ne possiede una propria versione. Tuttavia quella più celebre la descrive come una bambina delle scuole elementari con un caschetto di capelli neri con la frangia, dalla carnagione chiarissima e con indosso un’uniforme scolastica con gonnellina rossa. In alcune versioni ha uno sguardo terrificante e perso nel vuoto, con mani e indumenti intrisi di sangue.

leggende metropolitane giapponesi

Come in tutte le tradizioni sui fantasmi, scorgere uno spettro attraverso lo specchio o una fonte riflettente è una situazione molto presente anche nelle leggende giapponesi

Secondo la leggenda Hanako si manifesta solitamente nella terza cabina della toilette, situata al terzo piano delle scuole giapponesi.

 

Per evocarla, anche se sinceramente non ne capisco il motivo , bisogna bussare per tre volte alla porta e domandarle:

Hanako-san sei lì?

Se la risposta sarà affermativa, la malcapitata verrà trascinata all’interno dello scarico del bagno e condotta negli inferi!

 

Secondo la credenza giapponese, infatti, il pozzo in questo caso rappresentato dallo scarico della toilette è il luogo tramite il quale i morti riescono a mettersi in contatto con i vivi.
In altre versioni Hanako-san è uno spirito innocuo, che si limiterebbe solo a fare degli scherzi alle studentesse o a giocare con loro.

 

Si dice che la piccola Hanako sia morta a scuola, alcuni dicono per suicidio, altri che è stata uccisa dai suoi genitori o da un squilibrato introdottosi nella scuola. Secondo un’ulteriore versione, Hanako sarebbe morta nella toilette a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale.

 

In Giappone sulla storia di Hanako-san sono stati girati diversi film, tre nel negli anni novanta e uno nel 2013.

 

3 – Aka manto, lo spirito della carta igienica

 

Anche Aka manto è uno spirito maligno che infesta i bagni femminili, sia quelli pubblici che scolastici. Solitamente risiede nell’ultima cabina in fondo la fila.

 

La leggenda lo descrive con indosso un mantello rosso e una maschera bianca sul volto. Si crede che in passato sia stato un ragazzo di una bellezza disarmante, tanto che tutte le ragazze se ne innamoravano follemente, arrivando perfino a perseguitarlo. Proprio per questo motivo fu costretto a nascondere il suo viso dietro una maschera, fino a quando un giorno esasperato da questa situazione decise di sparire. Lo spirito di Aka manto infesterebbe i bagni femminili proprio per sfogare la sua collera contro le ragazze.

 

leggende metropolitane giapponesi

Una rappresentazione dello spirito di Aka

Solitamente Aka manto appare quando finisce il rotolo della carta igienica, domandando alla malcapitata di turno: «Preferisci carta rossa o carta blu?». Certamente una situazione grottesca… provate ad immaginare la scena: una donna è in bagno sta facendo i propri bisogni, arriva Aka manto e le offre la scelta del colore della carta… un momento imbarazzante a metà strada tra l’horror e il demenziale!

 

In un’altra versione addirittura lo spirito invece della carta igienica offre la scelta tra una mantella rossa o blu. Ma cosa potrà mai servire una mantella in un contesto del genere lo ignoro! XD

 

Sicuramente a molti di voi adesso sarà venuto in mente il film “Matrix”, ma Aka manto non è di certo Morpheus, scegliere la carta rossa in questo caso non porterà sulla via del risveglio, o alla libertà, ansi, chi si ritroverà a sceglierla verrà decapitata e fatta a pezzi, e i suoi abiti diventeranno completamente rossi e intrisi di sangue.

 

Se invece opterà per la carta blu, Aka manto strangolerà la sua vittima  fino a che il suo viso non si tingerà di blu.

 

Chiunque tenti di sfidare Aka manto chiedendo la carta di un altro colore, verrà trascinata negli inferi passando attraverso il pavimento.

 

carta rossa o blu

La leggenda di Aka manto è molto diffusa anche in Corea del sud, tanto che la scelta tra la carta rossa e la blu compare anche nella popolarissima serie Squid Game”. Infatti il protagonista viene reclutato da uno sconosciuto che gli propone la scelta tra due carte per poter giocare a ddakji.  il gioco consiste nello scagliare il proprio cartoncino ddakji contro quello dell’ avversario per cercare di capovolgerlo. Qualunque sia la scelta del colore, la morte non potrà essere evitata.

Ma esiste una risposta per salvarsi la vita e liberarsi di Aka manto una volta per tutte?

 

Si esiste! e la risposta per poter salvarsi è questa: «niente carta, grazie». In questo caso lo spirito non potrà fare niente e se ne andrà lasciando la donna in vita.

 

Quindi se avete intenzione di fare un viaggio in Giappone ricordatevi  di portarvi dietro i fazzoletti prima di entrare nell’ultima cabina dei bagni pubblici! che non siano Kleneeks però perché non si sa mai!

 

4 – L’inferno di Tomino: la poesia maledetta

 

Fra tutte le leggende metropolitane giapponesi la storia di Tomino è forse la più triste.
La leggenda narra dell’esistenza di una poesia maledetta, che si creda possa addirittura uccidere chiunque la legga a voce alta.

 

l’inferno di Tomino fa parte di una raccolta di poesie pubblicate nel 1919 dal poeta giapponese Sajio Yaso. Molti lettori dell’epoca rimasero profondamente turbati leggendo il testo della poesia, tanto che iniziarono a diffondersi delle storie inquietanti su una maledizione legata al testo e sull’identità di Tomino. Il poeta lasciò infatti la spiegazione dell’oscuro componimento all’immaginazione del lettore.

 

Con il tempo la fama della poesia dannata iniziò a svanire. Ma nel 2004 il saggista Inuhiko Yomota decise di riportare alla luce i versi dimenticati, inserendola nel suo libro “Kokoro wa korogaruishi no yo ni”. E fu cosi che la leggenda maledetta di Tomino riprese a circolare.

Ma cosa consiste questa maledizione? E chi era Tomino?

 

leggende metropolitane giapponesi

Secondo la leggenda, la vera autrice della poesia era Tomino, una bambina giapponese disabile, costretta alla sedia a rotelle e per questo non amata dai suoi genitori. Questa terribile situazione portò la bambina a comporre i versi della poesia, per dare sfogo al rancore che provava per la sua disabilità e per la crudeltà dei familiare che la trattavano con disprezzo. Tomino, per paura che qualcuno potesse trovare il suo componimento, scrisse il testo in gran segreto, arrivando a maledire chiunque avesse letto i suoi versi.

 

Un giorno i suoi genitori trovarono la poesia e leggendola rimasero sconvolti. Per punirla decisero di rinchiuderla in cantina, al buio e al freddo, senza acqua ne cibo, fino a quando la bambina non si ammalò di bronchite e morì.

 

Il rancore provato da Tomino in quegli ultimi giorni di vita aumentò, al punto da trasformare la poesia in un testo demoniaco. Si dice infatti, che in seguito la sua morte, l’anima della bambina si sia fusa con le parole della poesia e chiunque la legga a voce alta va incontro a una fine terribile.

 

Le prime vittime della maledizione furono proprio i genitori di Tomino.
Per i più temerari lascio qui sotto i versi dell’inferno di Tomino! Tranquilli però, perché la maledizione è pericolosa solo se letta in giapponese e non nella traduzione in altre lingue.
Fate attenzione comunque, leggetela solo a mente, perché non si può mai sapere!

 

l'inferno di Tomino

 

5 – La leggenda di Teke teke, la ragazza che corre sui gomiti

 

La storia di Teke-teke, conosciuta anche come la ragazza che corre sui gomiti, è una delle leggende metropolitane giapponesi più terrificanti.

 

Ci sono diverse versioni di questa leggenda, la più famosa narra la storia di una ragazza che cade sulle rotaie dopo aver subito un brutto scherzo da parte di tre compagni di classe, venendo tranciata a metà da un treno ad alta velocità. Dopo la sua morte, la ragazza è diventata un Onryō, ovvero uno spirito in grado di ritornare nel mondo dei vivi in cerca di vendetta.

 

Il nome teke-teke nasce dal fatto che lo spirito della ragazza non avendo più le gambe, per spostarsi si trascina su mani e gomiti riproducendo un suono simile a un “teke-teke-teke”.

 

leggende metropolitane giapponesi

Si dice che qualche tempo dopo, un ragazzo che stava tornando da scuola, avvertì uno strano rumore e voltandosi vide una ragazza affacciata alla finestra di un palazzo, con le braccia appoggiate sul davanzale. Quando si accorse che il ragazzo l’aveva notata salto giù dalla finestra. Il ragazzo terrorizzato si rese subito conto che non aveva la parte inferiore del corpo.

 

Lei spostandosi sui gomiti si avvicinò rapidamente al ragazzo, che immobilizzato dalla paura rimase dov’era. In un attimo lo spirito della ragazza si avventò sul ragazzo, estrasse una falce dal nulla e lo tagliò a metà rendendolo come lei.

 

Secondo la leggenda infatti, chiunque venga ucciso in questa maniera, sarà destinato a divenire a sua volta un teke-teke.

 

Vi lascio qui sotto il film completo di Teke Teke con sottotitoli in inglese!

 


 
Se siete appassionati di film dell’orrore leggete anche “I migliori film horror da vedere tratti da storie vere”.
 

 

Le leggende metropolitane giapponesi, forse non finiscono qui…

 

Avete trovato terrificanti queste cinque leggende metropolitane giapponesi? A voi piacerebbe se vi raccontassimo altre leggende spaventose, ma anche un po’ bizzarre come queste? Come sempre fatecelo sapere nei commenti qui sotto!

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