Yōkai e Yūrei: mostri e spiriti della mitologia giapponese
Che cosa sono gli Yōkai?
Nella mitologia giapponese ogni fenomeno misterioso che va oltre la comprensione umana è riconducibile all’azione di uno yōkai. Gli Yōkai sono solitamente esseri terrificanti dotati di poteri soprannaturali, che possono assumere sembianze umane, animalesche e perfino di oggetti di uso quotidiano, o semplicemente apparire sotto forma di spettri.
Sono perlopiù entità malevole che causano sventure e malefici alle persone. Tuttavia non tutti gli Yōkai sono cattivi. In alcuni casi, infatti, si tratta di entità benevole in grado di portare fortuna.
Noi occidentali abbiamo conosciuto questi esseri soprattutto attraverso manga, anime e videogiochi, che sono pieni di riferimenti legati a queste creature del folclore giapponese. Basti pensare alla serie di videogiochi Monster Hunter Rise, o a Yo-kay Watch, o a manga di successo come GeGeGe no kitaro, o la Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki.
Le varie categorie di yōkai
Gli Yōkai vengono classificati in base al luogo in cui generalmente appaiono: alcuni sono dunque Yōkai del mare, altri di montagna, della neve e perfino degli alberi.
A seconda delle sembianze che assumono sono suddivisi nelle seguenti categorie:
- Umanoidi
- Bakemono: yōkai muta-forma
- Animali e creature fantastiche con particolari poteri magici
- Tsukumogami: yōkai degli oggetti
- Han’ yo: mezzi demoni
- Choshizen yōkai: fenomeni misteriosi ed inspiegabili riconducibili ad attività soprannaturali.
Yōkai Umanoidi
Rientrano in questa categoria tutte quelle entità che hanno caratteristiche fisiche umane, oppure Yōkai che in passato erano esseri umani, ma che a causa di una maledizione o un evento soprannaturale si nono trasformati… Fra questi si distinguono i Nukekubi, dei demoni che durante il giorno hanno un aspetto umano mentre di notte la loro testa si stacca dal collo e vaga in cerca di prede.
I Nukekubi sono presenti tra l’altro nel videogioco arcade “Sengoku” e in un numero del fumetto Hellboy, dal titolo “Heads”, tratto dell’antologia “La Mano Destra del Destino. Hellboy”. Un gruppo di sette Nukekubi appare anche nel film d’animazione “Hellboy: Sword of Storms”, che è parzialmente adattato dalla precedente storia a fumetti.
Tra gli Yōkai umanoidi più conosciuti troviamo anche la Yama-uba, una creatura con le sembianze di una orribile strega, che risiede sulle montagne e trasforma gli esseri umani in animali, per poi mangiarli. Secondo alcuni racconti sarà proprio la Yama-uba a crescere e prendersi cura dell’orfano Kintarō, un eroe guerriero del folclore giapponese. Si pensa che lo stesso Miazaki per creare il personaggio della strega Yubaba, de “La città incantata”, si sia ispirato proprio alla Yama-uba. Anche la strega Yubaba nel film possiede il potere di trasformare le persone in animali, ed è madre iperprotettiva di Bō il bambino gigante.
Anche i Kodama, i piccoli spiriti della foresta che compaiono nel film d’animazione “La Principessa Mononoke”, rientrano in questa categoria, ma anche in quella dei Choshizen. Secondo il folclore giapponese se si taglia un albero abitato da un Kodama si scatena un terribile disastro naturale. Si dice inoltre che il suono di un albero che cade a terra sia l’ultimo pianto di un Kodama.
Bakemono
Vengono chiamati bakemono tutti quegli esseri che sono in grado di mutare il loro aspetto, quasi sempre appartenenti al regno animale.
Secondo un’antica credenza gli animali, quando diventano molto vecchi, acquisiscono dei poteri magici che gli permettono di cambiare forma, riuscendo perfino ad ingannare gli esseri umani.
Tra i più noti animali muta-forma che hanno influenzato la cultura popolare troviamo i tanuki, chiamati anche cani-procioni con un aspetto a metà strada tra un tasso e un procione. I tanuki sono animali molto astuti e maliziosi, che riescono a trasformarsi in mille modi diversi, arrivando perfino ad assumere sembianze umane.
Nel film d’animazione “Pom Poko”di Isao Takahata, i tanuki sono i protagonisti assoluti e useranno le loro abilità di muta-forma per poter salvare il loro ambiente naturale. E lottare contro la bramosia degli uomini.
Anche Tom Nook il personaggio che gestisce il negozio principale nella famosa serie di videogiochi “Animal Crossing”, è un tanuki, cosi come i suoi due aiutanti Marco e Mirco.
Senza alcun dubbio il bakemono più conosciuto nella mitologia giapponese è la kitsune, una creatura dalle sembianze di una volpe.
La kitsune è una creatura scaltra, dotata di poteri soprannaturali che aumentano con l’avanzare dell’età. Ha la capacità di sputare fuoco, creare illusioni, affascinare gli umani e mutare il proprio aspetto assumendone la forma umana.
Più una Kitsune è anziana più risulterà potente e avrà un numero maggiore di code. Una volpe ultracentenaria può raggiungere addirittura un massimo di nove code.
La leggenda della volpe dalle nove code nell’ultimo periodo è tornata popolare grazie ai social, dove le notizia della rottura della pietra assassina (“Sessho-Seki”), ha fatto molto parlare. Secondo la leggenda giapponese questa antica pietra che uccide chiunque la tocchi con esalazioni di gas, conterrebbe proprio lo spirito imprigionato di una volpe a nove code.
Ora che il masso si è spaccato in due la malvagia volpe è libera dalla sua prigione e pronta a seminare terrore!
Ma non tutte le kitsune però sono cattive, esistono anche quelle buone che non recano danno alle persone e vengono chiamate zenko.
Animali e creature fantastiche con particolari poteri magici
Oltre a gli animali che possono mutare forma, la mitologia giapponese è popolata da altri Yōkai animali che non hanno però questa abilità, ma che possiedono altre doti soprannaturali.
Parlando di creature fantastiche, non si può non menzionare il qilin. Noto anche come kirin o unicorno cinese è una creatura simile a una chimera, simbolo di prosperità e buon augurio. Si dice possa vivere fino a mille anni. La sua apparizione secondo la tradizione anticipa la nascita di un sovrano o un uomo saggio, mentre la sua morte è portatrice di disgrazie.
Il qilin lo troviamo in molte serie di videogiochi, anime e manga; ma anche in film di successo come “Animali fantastici – I segreti di Silente”, dove questa creatura è al centro della trama.
Alcune di queste creature possono anche essere metà umanoidi e metà animali come il kappa, a cui abbiamo dedicato l’articolo scritto da Alex Pac-Man “Il Kappa lo stupratore di fiume – yōkai”.
Il kappa è un essere che vive in acque dolci, con sembianze fisiche che ricordano quelle di un rettile umanoide; è spesso pericoloso o molesto per l’uomo, le sue vittime sono quasi sempre bambini e giovani fanciulle. Arriva a cibarsi anche di carne umana!
Il kappa è una delle creature della mitologia giapponese più presenti nella cultura popolare; lo troviamo in numerose serie di videogiochi e anime e manga come “GeGeGe no Kitaro”.
Tsukumogami: yōkai degli oggetti
Secondo la credenza shintoista ogni cosa ha uno spirito, quindi nel folklore giapponese è possibile che anche gli oggetti inanimati diventino senzienti.
La leggenda narra che quando un oggetto arriva a cento anni si trasformi in uno spirito: lo Tsukumogami. Se l‘oggetto è stato maltrattato in quel secolo, o buttato via si trasforma in uno spirito maligno vendicativo, che provoca sfortune al suo nuovo proprietario.
Un oggetto ben curato ospiterà invece uno Tsukumogami benevolo e le sue apparizioni saranno inoffensive per gli umani.
Il più famoso tsukumogami e senz’altro il kasaobake, lo spettro ombrello. Il kasaobake ha le fattezze di un ombrello ma al posto del manico ha una gamba con uno zoccolo in legno, un occhio solo e una bocca aperta da cui sporge una lunga lingua.
Il kasaobake è spesso utilizzato come soggetto per anime, manga e film che hanno come tema gli yōkai.
Han’ yo: mezzi demoni
Gli Han’yō (per metà soprannaturali), sono creature originate dall’unione tra uno yōkai e un essere umano. Vengono considerati dei reietti sia dagli umani che dagli Yōkai, perché sono frutto di una relazione che entrambi i gruppi considerano inopportuna. Ci sono, tuttavia, delle eccezioni. I figli nati da un rapporto tra un kitsune e un maschio umano sono talvolta raffigurati come figure eroiche.
La figura dello han’yō è relativamente recente, ed ha conosciuto una notevole diffusione soprattutto grazie a manga, anime e videogiochi.
Choshizen yōkai
I choshizen sono tutti quei fenomeni misteriosi e inspiegabili che possono essere ricondotti a situazioni soprannaturali. Un esempio di choshizen è rappresentato dall’ onibi (fuoco demoniaco) che appare in forma di tante piccole sfere di fuoco di colore blu e bianco, nei luoghi circondari dalla natura, durante i giorni di pioggia estivi.
L’onibi è considerato uno yōkai pericolosissimo perché si nutre della forza vitale degli esseri viventi, e prosciuga le sue vittime, finché di queste non rimane altro che un guscio morto a terra. Gli Onibi nascono dai cadaveri di esseri umani e animali. Non è noto cosa causi il loro sviluppo; sono considerati simili ai fuochi fatui della tradizione occidentale.
Yūrei
Oltre agli yōkai nella mitologia giapponese ci sono gli yūrei. Gli yūrei sono anime di persone defunte che per svariati motivi non riescono a raggiungere l’aldilà e rimangono intrappolate nel mondo dei vivi. Si tratta di individui che hanno subito una morte violenta, o il cui funerale non è stato eseguito, e che devono portare a compimento determinati scopi.
Uno yūrei può anche infestare un oggetto, una persona o un luogo. L’unico modo per scacciarlo è risolvere il conflitto che lo tiene ancorato al mondo dei vivi, o celebrare il rito funebre. Esistono inoltre anche forme di esorcismo per liberarsi dall’infestazione.
Secondo un antica leggenda molti secoli fa, durante alcune notti d’estate, yōkai e yūrei si radunarono tra le strade della citta di Kyoto per formare un corteo di danze e canti.
Chiunque abbia avuto la sfortuna di incrociare la parata, andò incontro alla morte, almeno che non fosse protetto da un talismano.
Ed è proprio per ricordare questa vicenda che ogni anno viene organizzata la parata notturna dei Cento Demoni (Hyakki Yagyō), dove centinaia di persone vestite come mostri sfilano tra le vie cittadine.
Onryō Yūrei
Ci sono molti tipi di Yūrei, alcuni innocui altri pericolosissimi; i più conosciuti sono senza alcun dubbio gli onryō dei spiriti vendicativi, quasi sempre di genere femminile, che tornano dall’aldilà per perseguitare chi li ha maltrattati in vita.
Un esempio di onryō nel mondo del cinema è rappresentato dal personaggio di Sadako nel famosissimo film giapponese “Ring” e nel suo remake americano “The ring”. La figura di Sadako è infatti ispirata all’antica leggenda giapponese di “Bancho Sarayashiki”, che narra la vicenda di Okiku, una giovane ragazza al servizio del signore del castello, che per punizione venne seviziata, violentata e poi gettata in un pozzo.
Se volete conoscere altre storie sugli Yūrei vi coniglio di leggere l’articolo dedicato a “Le più spaventose leggende metropolitane giapponesi”.
Anime sugli Yōkai da vedere assolutamente!
Come abbiamo detto esistono tantissimi anime sugli yōkai, alcuni di questi sono talmente famosi che non hanno bisogno di presentazione. Noi di Keynerd ve ne consigliamo tre, da guardare in streaming sulle varie piattaforme.
InuYasha
La storia segue Kagome Higurashi, una ragazza di quindici anni la cui vita cambia radicalmente quando un demone la trascina in un pozzo maledetto, catapultandola 500 anni nel passato. In quest’epoca Kagome scopre di essere la reincarnazione di Kikyo, una sacerdotessa vissuta cinquant’anni prima, custode della preziosa sfera dei quattro spiriti, un gioiello che esaudisce ogni desiderio. Qui incontra Inuyasha: un mezzo-demone che l’aiuta a proteggere la sfera e impedire che questa cada in man sbagliate.
Disponibilità: Netflix
Kemoko Jihen
Il detective Kohachi Inugami, specializzato nel campo dell‘occulto, viene inviato in uno sperduto villaggio di montagna per indagare su un macabro fenomeno che coinvolge cadaveri di animali. Dopo aver incontrato uno strano ragazzo soprannominato Dorota-bou, scopre l‘esistenza di esseri soprannaturali che si pensava esistessero soltanto nelle leggende. Ovvero, gli Yōkai!
La serie è disponibile su Netflix, in versione doppiata, e su VVVVID con sottotitoli.
Natsume Yūjinchō
La storia segue la vicenda Takashi Natsume, un ragazzo che è in grado di vedere gli spiriti. Takashi eredita uno strano libro dalla nonna defunta, che contiene i nomi di questi spiriti, e un contratto vincolante che li lega al proprietario del libro. Il ragazzo con l’aiuto di Madara, uno yokai con le sembianze di gatto, cercherà di sciogliere i contratti e liberare gli spiriti.
La serie è disponibile su AnimeUnity con sottotitoli in italiano.
Ciao! Sono Silvia Scancella, ma molti nel mondo digitale mi conoscono come Silvia Clears. Sono una web editor e SEO specialist con una profonda passione per la narrazione digitale. Il cinema è sempre stato una parte essenziale della mia vita, in particolare l’animazione giapponese, con una venerazione speciale per i capolavori di Hayao Miyazaki. Oltre a questo, sono una grande appassionata di drama coreani e della cultura giapponese in generale. Amo condividere le mie riflessioni e recensioni su questi temi, sperando di trasmettere la mia passione e di coinvolgere anche voi, lettori, in questo affascinante mondo.
Alex Pac-Man
E brava la mia Silvia!
Francesco Baldessari
Buongiorno. Vivo (dettaglio importante) in Giappone da prima che scoppiasse il boom dei manga e degli anime. Devo dire, anzi, che, pur parlando e leggendo giapponese, ho scoperto la parola yokai dalla stampa italiana. Non posso fare quindi a meno di domandarmi quali effetti possa avere sulla vostra visione del Giappone questo fortissimo interesse per la sua zoologia fantastica. Visto da dove viene l’interesse per il Giappone, non è strano, ma Ricordo agli italiani che si tratta di fantasie perlopiù passate nel dimenticatoio. Vi interessano sicuramente più che ai giapponesi. Detto questo, alcuni commenti. Non bisogna prendere sul serio queste tassonomie Perché non sono state sistematizzate da nessuno e sono spesso contraddittorie. Per esempio, una volta ho tentato di capire la differenza fra yokai e kami e non ci sono riuscito.
Più importante, anzi, Fondamentale è il fatto che in Giappone non esiste un aldilà. Il mondo è uno solo e l’inferno è un luogo fisico dove è possibile andare e, almeno in teoria, ritornare. È quello che ha fatto Izanagi per salvare Izanami. I morti rimangono fra di noi, letteralmente, ed è per questo che i giapponesi hanno così tanta paura di loro. Quando cammini per la strada badando i fatti tuoi, i morti ti camminano accanto. Uno yūrei È una persona che per qualche ragione non è oggetto di culto degli anTenati. Una ragione comune è la morte lontano da casa, un’altra la morte violenta, i morti hanno bisogno di mangiare, di un alloggio e di tutte le altre cose di cui abbiamo bisogno noi, ma, mancando di mani, non possono procurarsele da sole. Dipendono quindi da noi. Chi muore lontano da casa o per morte violenta non può godere di queste cure e per questo è risentito.
Alex Pac-Man
La tassonomia degli Yokai è molto forzata, per carità, ha ragione. Ma stiamo pur sempre parlando di creature – in gran parte – soprannaturali. Per esempio, elohim, divinità, demoni, angeli, spiriti maligni, fantasmi, anime dannate e diavoli… sembra una forzatura catalogarli, distinguerli, ma per chi ci capisce ci sta tutta una tale differenziazione! Io non vivo in Giappone, ma leggo manga a non finire, romanzi giapponesi, videogiocatore di ‘games japan’ a livelli tossici e in generale sono abbastanza addentrato nella cultura otaku. È un po’, anche se in modo improprio, l’equivalente della nostra cultura ‘nerd’. Ciò che per un nerd è scontato, banale e noto, beh, per un non-nerd è spesso quasi arabo. Lo stesso vale per il mondo otaku che ha un po’ “catalogato” cose non proprio note a tutti i giapponesi solo per rendere più strutturata la narrazione di un manga o chissà cos’altro. Pensiamo alla Takashi, ad esempio con l’attuale “Mao”. Pensiamo a Fujita che su questa cosa dei termini poco noti ci costruisce la sua opera (Wotakoi). Fujita fa notare come la maggior parte dei giapponesi nemmeno sa che significhi ‘fujoshi’! Molti termini ‘otaku’ famosi da noi, sono poco noti in Giappone. È un paradosso! Conosco diversi giapponesi che nemmeno sanno cos’è un Oni! Una mica amica giapponese nemmeno sa cos’è uno yokai. Figurati se gli parli di yurei e kami! Ma per non saperlo significa stare a digiuno dalla cultura popolare del proprio paese! Bisogna tenere presente che se i libri di Shigeru Mizuki (precedenti il cosiddetto boom dei manga!) sono veri bestseller, qualcuno li compra sia in Giappone che in Italia. Lui infatti non usa una tale tassonomia, ma personalmente la trovo abbastanza sottintesa. Certo! Non così strutturata come in questo articolo. Sono d’accordo.
Sul fatto che siano “fantasie passate”, lo trovo molto generalizzante e arbitrario. Adesso vanno tanto UFO, rapimenti alieni, fantasmi delle leggende metropolitane, ecc… ma solo perché vanno di moda e sono “concepibili” dal pensiero dominante. Già il fatto che in zone come l’Umbria e il Veneto ci sia più gente che avvista gnomi e fate piuttosto che alieni, la dice lunga sul fatto che sia “roba passata”. (Non credo in gnomi e fate, ma prendo atto che c’è tanta gente che testimonia di vederli! L’ufologo però preferisce includerli nelle statitiche degli avvistamenti ‘extraterrestri’!). Poi molte cose sono considerate “leggendarie” o “folkloristiche” perché rielaborate a modo nostro… Basti pensare a luoghi famosi dell’Inghilterra dove si narrava di “ossa di drago”. Poi scavando hanno trovato fossili di iguanodonte. Tu lo chiami “iguanodonte”, ma per un medievale era un drago. È solo tassonomia, cioè etichette. Dunque dietro molti fatti strani, non sempre, ma alle volte c’è del vero. Poi è sempre legato alle convinzioni personali. Per me il soprannaturale non è “passato”, per altri è “oscuratissimo medievale” solo credere nel divino. Tra cent’anni chissà come cambierà ancora il modo di pensare! Il discorso in questione vale anche per il Giappone, fortemente condizionato dai noi occidentali.
L’aldilà in Giappone… Lei sa che il Giappone è fluido dal punto di vista della spiritualità. La famosa battuta sui giapponesi che “nascono shintoisti, si sposano cristiani e muoiono buddisti” la dice lunga. Comunque, per dirla tutta, anche secondo le religioni abramitiche, in origine, lo stato inferiore (inferi) era la Terra (o vita terrena). Il Cristianesimo ha un po’ complicato le cose con i novissimi, ma sarebbe tuttora così se si cestinasse il tomismo e altre correnti teologiche non scritturistiche. Pensiamo al Nakara del buddismo: mondi sotterranei in cui le persone sono condannate a scontare i peccati. A casa mia è il Purgatorio! Stessa immagine! XD Comunque il culto dei morti, che ci stanno vicini, anche se inteso non in modo completamente negativo, fu uno dei fattori che rese il Cattolicesimo compatibile con la cultura giapponese. Alludo alla comunione dei santi. Ovviamente la lotta di classe – e tutta la storia che sta dietro il famoso assedio di Hara – hanno mandato a quel paese la cristianizzazione del Giappone. Ma il Giappone ha avuto persone del calibro di Takashi Paolo Nagai!
Silvia Clears
Giusto quello che dici Alex! Tanti giapponesi poi fuori da Nagasaki non sanno neanche chi è Takashi Paolo Nagai, sta più a cuore a noi italiani, tanto che stiamo portando avanti la causa di beatificazione!…
Comunque anche molti occidentali che si dichiarano cattolici non sanno spiegare il concetto d’inferno, o la differenza tra anima e Spirito, per non parlare dell’Immacolata Concezione poi…
Dopo il boom economico si è perso il senso della spiritualità, della tradizione, per fare spazio a nuovi bisogni, nuovi ideali. E questo vale sia per gli occidentali che per i giapponesi. Ma è bello che le nuove generazioni riscoprano certe tradizioni, certe leggende, attraverso opere di narrativa.
Francesco, le opere contemporanee come manga, light novel, anime e videogiochi, ma anche i film giapponesi, sono pieni di riferimenti legati al mondo spirituale e a gli Yōkai. C’è molto interesse per questo mondo, soprattutto da parte della generazione Z, e sono proprio le opere con gli Yōkai quelle che stanno vendendo di più!
Poi ci sono tanti Yōkai che sono nati negli ultimi decenni come gli han’yō, ma anche tante leggende metropolitane sui fantasmi. Dunque non sono tutte fantasie del passato…
Alex Pac-Man
Basti pensare che per un medievale drago e viverna non erano proprio la stessa cosa… poi per secoli non si è fatta più tale distinzione, fin quando non è nata la cultura nerd che adesso ha catalogato i draghi meglio dei bestiari medievali!