I libri fantasy della compagnia degli Inkiostri – Intervista

Quando passioni in comune e amicizia si fanno inchiostro, anzi… Inkiostri!

 

Abbiamo intervistato questa allegra compagnia creatrice di due libri a tema fantasy molto interessanti. Il gruppo di autori si chiama Inkiostri, ed è formato da: Chiara e Giovanni Bertoglio, Ives Coassolo, Andrea Donna, Maria Finello, Chiara Nejrotti, Paolo Gulisano, Luisa Paglieri, Patrizio Righero e Giovanni Soppelsa. All’ultimo libro si sono aggiunti anche: Daniele Barale e Filippo Bergonzoni.

Il loro primo libro è stato pubblicato nel 2021 e si intitola La compagnia dell’Oste Ed. Marcovalerio, è una raccolta di racconti scritti dai vari componenti del gruppo. Il secondo libro, da poco pubblicato è I sentieri del Nizhar Ed. Marcovalerio, è un unico racconto frutto di un opera collettiva, un vero e proprio lavoro di squadra. Nell’era dei social l’autoreferenzialità è la regola, ma i nostri sono riusciti in una vera e propria impresa e la cosa ci ha molto incuriosito. Ecco cosa ci ha raccontato questo folto collettivo di autori.

 

Come nascono gli Inkiostri?

 

 

È l’estate del 2017. Nel Regno unito un papà e una mamma vogliono dare una speranza di vita al loro figlio, Charlie, gravemente ammalato. I medici britannici del Great Ormond Street Hospital, però, hanno deciso di staccare la spina nel “miglior interesse del bambino”. I genitori non si arrendono; il Bambin Gesù, l’ospedale pediatrico della Santa Sede, è disposto ad accoglierlo, ma il trasferimento non viene consentito. La questione diventa politica e ideologica e mediatica. Un gruppo di amici si ritrova a confrontarsi su questo dramma e si coagula attorno ad alcuni valori comuni (la fede cristiana, il valore della vita umana) e interessi condivisi (la passione per la narrazione e la letteratura fantasy).
All’inizio eravamo soltanto in quattro. Oggi siamo quindici. Il nome Inkiostri rimanda, per assonanza, ai ben più noti inklings, nei quali un ruolo fondamentale ebbero due giganti del calibro di Lewis e Tolkien. Scomponendo la parola, dall’inchiostro (la materia prima della scrittura) emergono i chiostri, cuore dei monasteri dove, attraverso i secoli, è stata tramandato un immenso tesoro di arte e cultura.

 

 

Come ha influito la passione per C. S. Lewis e J. R. R. Tolkien nei vostri racconti? E quali altri autori vi hanno ispirato?

 

Lewis e Tolkien sono un punto di riferimento per tutti noi. Guardiamo con ammirazione alla loro stupefacente e originalissima produzione letteraria, alla loro creatività, alla loro fede (pur articolata in confessioni diverse) e alla loro amicizia.
Restando oltremanica sono certamente fonte di ispirazione George MacDonald, Gilbert Keith Chesterton e, avvicinandoci ai giorni nostri, Joanne Rowling. Ma ci appassionano anche diversi autori italiani, su tutti Giovannino Guareschi, una voce libera, indipendente, controcorrente. Sullo sfondo (e quindi alla base) i due pilastri della nostra lingua: Dante e Manzoni.

 

Come nata l’idea del vostro primo libro La compagnia dell’oste?

 

Una delle prime attività che ha consolidato la nostra amicizia è stato il confronto con la scrittura, praticato attraverso concorsi interni nei quali ci siamo cimentati con generi letterari diversi. Da uno di questi concorsi sono scaturiti i racconti poi raccolti nel libro “La compagnia dell’oste”, il nostro esordio e il nostro biglietto da visita che presenta una grande varietà di stili e approcci, tenuti insieme da una comune volontà di crescere e di condividere. I racconti sono racchiusi all’interno di un prologo e di un epilogo dai quali emerge la figura di un oste appassionato di libri e di belle storie.
Nella ricerca di un illustratore per questo primo lavoro, abbiamo incontrato Debora Pacifico che ha realizzato l’immagine di copertina e la grafica del sito inkiostri.net La collaborazione con Debora è proseguita con la copertina della nostra seconda opera edita.

 

Il vostro primo libro è una raccolta di racconti mentre il secondo, I sentieri del Nizhar, è scritto collettivamente, com’è avvenuto il passaggio? E com’è stata l’esperienza di scrivere un opera in queste due modalità?

 

La raccolta di racconti non pone limiti alla creatività e allo stile di ciascuno. È un lavoro individuale. La scrittura collettiva è tutt’altra cosa. Vi siamo giunti mossi dal desiderio di mettere alla prova la nostra capacità di lavorare insieme. Uno di noi ha preparato il primo capitolo, poi, in una sequenza estratta a sorte, gli altri hanno proseguito il racconto. Nel fare
della sua stesura il racconto ha assunto (quasi naturalmente) l’acronimo ATUT (A Totally Unplanned Tale). Nessuno, infatti, sapeva in che modo sarebbe proseguita la storia. Al termine ci siamo stupiti della coerenza interna del testo che ha richiesto solo una minima revisione editoriale per risultare credibile e – speriamo – godibile.

 

Come nasce il secondo libro I sentieri del Nizhar e chi è il gruppo di avventurieri che vediamo in copertina?

 

L’idea iniziale era quella di scrivere un racconto lungo di genere fantasy, ma poi ci siamo lasciati prendere la mano, anche perché vedevamo con stupore nascere e crescere sotto le nostre penne\tastiere qualcosa di originale che andava oltre ciascuno di noi. Al romanzo vero e proprio si è poi aggiunta un’appendice che racconta con una certa leggerezza gli usi e le tradizioni delle Terre dell’Alto Ovest dove è ambientata la storia.

I personaggi che Debora ha illustrato nella copertina sono quelli che si presentano fin dal primo capitolo: una compagnia (a questa parola siamo molto affezionati) piuttosto eterogenea composta da sette persone: tre donne e quattro uomini. Ognuno di loro sarà chiamato ad affrontare prove e sfide, soprattutto interiori, scoprendo se stesso e gli altri, in un progressivo disvelamento della verità. Nel contempo diverranno più consapevoli del mistero del “Nizhar”, una forza elargita, in vario modo, a tutti i membri della compagnia, e che si configura come realtà spirituale, sovrannaturale e magica al tempo stesso.

 

C’è qualche film, telefilm o magari anime che vi ha ispirato per il libro I sentieri del Nizhar?

 

Una delle bizzarre attività che caratterizza la vita degli Inkiostri è quella di stilare classifiche di autori, artisti, registri, sceneggiatori e fumettisti preferiti. Ogni volta emerge una base comune dalla quale si distinguono i gusti e le preferenze dei singoli.
Nella stesura di questo libro certamente la trilogia di Peter Jackson non ci ha lasciati indifferenti, come pure molte delle opere cinematografiche di Spielberg e la saga di Star Wars. Tra i grandi del fumetto non possiamo non fare il nome di Leiji Matsumoto.
Certamente i lettori più attenti troveranno, nascoste tra le pagine, parecchie citazioni più o meno volute. Tuttavia il mondo fantastico che, usando un’espressione cara a Tolkien, abbiamo sub-creato trascende davvero ogni riferimento. Ci siamo anche noi, quasi inaspettatamente, trovati di fronte a qualcosa di nuovo.

 

Conclusione

 

Vi siete incuriositi? Per acquistare i libri, o leggere un estratto degli stessi, basta andare sul loro sito Inkiostri.net o su Marcovalerio edizioni.

Ringraziamo la compagnia degli Inkiostri e speriamo di seguire presto altre loro avventure.

 

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